Mini guida a Expo: dove entrare, cosa mangiare, cosa vedere

Ho pensato di stilare la mia personalissima guida a Expo per dare qualche indicazione (spero) utile a chi ancora non l’ha visitato, e per raccontare la mia opinione ai tanti di voi che me l’hanno chiesta.

Sono stata a Expo più volte ormai, anche se all’inizio lo guardavo con molta diffidenza, ma per certi aspetti mi sono ricreduta su questo evento. Penso che Expo sia stimolante e che dia la possibilità a tutti di sognare (anche se per poco), conoscere e fare un viaggio virtuale nel mondo. Ci ho visto persone di mezza età che sono arrivate lì da un piccolo paese dell’entroterra sardo, spinte dalla curiosità, nonostante non mettessero piede fuori dal loro paesello da anni – e già questo, in un certo senso, secondo me è un successo. Ci ho visto tantissime famiglie, e nei Padiglioni ho visto tante occasioni formative – queste persone probabilmente senza Expo sarebbero state a casa davanti alla tv, per una sera in più, penso.
Poi, certo, lì sta alle persone sapere cogliere le occasioni o no.
Ho visto tanti genitori portare i figli al Padiglione di McDonald’s, e lì mi sono letteralmente cascate le braccia. Ecco, quello per me significa non aver capito niente né di Expo, né del messaggio che vorrebbe far passare, né del tema dell’Esposizione.
Per me Expo è il Padiglione del Giappone, che dà un assaggio della cultura giapponese e dell’umami a chi in Giappone forse non ci andrà mai; è il Padiglione del Brasile, che cerca di passare il messaggio di risorse di cibo limitate e di sostenibilità; è Palazzo Italia, che presenta le innovazioni agricole italiane; è il Padiglione dei tuberi e dei cereali, dove anche io che sono (di solito) sul pezzo ho scoperto alimenti mai sentiti prima.

Insomma, pensavo fosse un baraccone – e visivamente forse lo è; è poi sicuramente un’autocelebrazione di multinazionali che distruggono il pianeta (l’olio di palma lo conoscete, vero?) – ma, per chi ha sete di conoscenza e per chi è curioso, di cibo per il cervello ce n’è tanto. Credo stia a noi come visitatori scegliere cosa farne e come approfittare di questa opportunità a due passi da casa. Secondo me visitarlo e guardare con approccio critico è la scelta migliore.

Ma ora lascio spazio ai miei consigli pratici su Expo.

Expo: in quale ingresso è meglio entrare

Non entrate dall’ingresso Triulza. Mai. Entrate da Fiorenza (ve lo trovate di fronte all’uscita della metro Rho Fiera, mentre se andate verso destra dopo i tornelli finirete a Triulza), oppure da Roserio, a circa 500 m a piedi dal capolinea del tram 12. Roserio è anche decisamente più vicino al Padiglione del Giappone, se volete provare ad affrontarne le code (ma di questo parlerò più giù).

Cosa mangiare a Expo

Ho mangiato benissimo al Padiglione Cibus, nella pizzeria di Alce Nero Berberé – pizza pluripremiata, fatti con ingredienti biologici, decisamente molto digeribile. Una delle pizze più buone che io abbia mai mangiato in Italia.
Altrettanto buoni gli hamburger vegetariani mangiati al Padiglione dell’Olanda: buono quello alle alghe, ma secondo me ancora più delizioso e saporito quello ai pomodorini.

Hamburger di pomodorini al Padiglione dell'Olanda,a Expo www.fraintesa.it
Hamburger di pomodorini al Padiglione dell’Olanda

Deliziose anche le patate fritte (che non sono fritte in grasso animale).
Se amate i sapori indiani, fate un salto al buffet del Padiglione del Nepal: con 15€ mangerete un abbondante piatto vegetariano con ottimo curry di verdure, dal, riso e lassi.
Nel bar del Padiglione della Colombia ho assaggiato succhi di frutta che non avevo mai sentito prima, come il tomate de arbol e il lulo: molto buoni, da provare. Qui vendono anche piccanti chips di platano (simile alla banana), e c’è un angolo caffè dove si possono provare diverse varietà di aromi e tostature (ad esempio Sierra Nevada con tostatura forte e note di nocciola e cioccolato, e Huila, molto aromatico e il più famoso di Colombia).
Dietro al Padiglione di Israele ho mangiato uno dei gelato più buoni della mia vita: gusto yogurt ai petali di rosa e vaniglia di Israele. Provare per credere.

Quali Padiglioni vedere e quali no

Inizierò nominandovi un Padiglione evitabilissimo: quello del Turkmenistan. Più che un padiglione, sembra una mostra autocelebrativa, totalmente estemporanea. Tra tappeti, fontane e iconografia del capo del governo, troverete manichini agghindati con gli abiti tipici e teche contenenti prodotti tipici – cotton fioc, e taniche di benzina.

Un’altra area che vi consiglio di evitare è quella di McDonald’s. Non serve che vi spieghi il perché, vero?

Meglio parlare di quali Padiglioni vedere…

Il Supermercato del Futuro

Supermercato del futuro, Expo www.fraintesa.it
Supermercato del futuro

Molti non lo conoscono, ma questo fantastico Padiglione della Coop, che non si trova sul Decumano ma in una via laterale, è un’intuizione geniale. Rappresenta quello che potrebbe davvero essere il supermercato del futuro: solo prodotti biologici, cibi innovativi (io ho comprato la mozzarella di latte di riso), packaging sostenibili, e il tutto in scaffali interattivi, quasi magici. Indicando con il dito un prodotto, a sorpresa si vedono comparire tutte le relative informazioni nutrizionali in uno schermo al di sopra dello scaffale. Basta davvero puntare il dito e in un attimo si scoprono calorie, ingredienti, allergeni, luogo di produzione, e idoneità per regimi alimentari specifici, come ad esempio celiachi, vegetariani, vegani, ecc.

Mi ha lasciata a bocca aperta. Da non perdere se siete amanti dei supermercati e delle novità in fatto di cibo.

Padiglione del Nepal

Oltre al buon cibo di cui vi parlavo poco più su, del Padiglione del Nepal ho apprezzato la struttura. Si visita facendo una salita che porta a un altare con un buddha, ascoltando i mantra cantati dai monaci e diffusi con gli altoparlanti e passando sotto alle bandierine di preghiera colorate. Mi è piaciuta questa rappresentazione del Nepal: cammini, affronti la fatica, trovi la forza nei canti, arrivi infine al Buddha, gli rendi grazia, e poi scendi al piano di sotto a rifocillarti con cibo vegetariano. Rilassante.

Padiglione dell’Unione Europea

Padiglione dell'Unione Europea, Expo www.fraintesa.it
Padiglione dell’Unione Europea

Il Padiglione dell’Unione Europea è stata una piacevole sorpresa. Non soltanto perché racconta una bella storia d’amore, ma perché fa riflettere sul tema della tradizione e dell’innovazione, della cooperazione e dell’essere europei. Mi sono sentita “europea” poche volte, per lo più quando ero all’estero e mi sono ritrovata davanti a culture così diverse dalla mia (Corea, Australia, …) che ho proprio sentito di avere un’identità diversa, che condivido solo con il resto del vecchio continente.

Questo Padiglione presenta in un’ottica molto originale il cibo dell’Unione Europea. È diviso in 4 parti e comprende uno show e un content center. È perfetto per le famiglie, perché presenta un cartone animato in 4D (in stile Pixar, e con effetti speciali molto godibili anche per gli adulti) che è pensato per i più piccoli, cioè per coloro che nascono in una unione di stati senza confini e senza conflitti. Un approfondimento sul cartone lo trovate in questo articolo su Sylvia e Alex.
L’esperienza del visitatore si arricchisce molto nel salone finale, dove si può partecipare a un gioco interattivo che permette di creare un panino virtuale scegliendo tra ingredienti tipici dell’unione europea. Decisamente consigliato a chi ha bambini piccoli (ma non solo a loro).

Padiglione del Giappone

Sono pazzamente affascinata dalla cultura giapponese, e il Padiglione del Giappone ha decisamente superato le aspettative. Decisamente imperdibile; trovo che questo da solo valga il prezzo del biglietto ad Expo, e valga ogni coda.

Il Padiglione si apre con una proiezione onirica, poi prosegue con una sala dove ci si ritrova catapultati in una risaia digitale che avanza nelle stagioni. Con immagini tutto intorno – sopra, sotto, di fronte, dietro – e un’atmosfera e una musica così magiche che io mi sono commossa. Questa, per me, è la stanza più straordinaria.

Il viaggio prosegue in tante altre sale: un albero che emana immagini del Giappone, e che si possono scaricare e rivedere a casa con la app del Padiglione; una stanza che presenta e spiega il concetto di umami, e uno per uno tutti i piatti e i cibi della tavola giapponese, con rappresentazioni microscopiche dettagliatissime di prodotti e di ambientazioni. Poi una sala che spiega i cambiamenti climatici e la crisi del cibo; una stanza interamente arredata con 16 tipi di utensili tradizionali da cucina realizzati da un designer giapponese in bianco e nero, e poi, dopo qualche proiezione video, finalmente lui, il Ristorante del Futuro. Un tripudio di giapponesità – non dirò altro per non svelare la sorpresa a chi ancora non ha visitato questo Padiglione. Imperdibile – per tutti!

Palazzo Italia

Mentre per Padiglione Italia si intende tutto il cardo, il Palazzo Italia è il padiglione dedicato al nostro Paese.
A Palazzo Italia la visita dura 45 minuti. La struttura esterna ricorda la corteccia di albero bianco ed è fabbricata con un materiale che raccoglie particelle d’inquinamento; questo edificio a zero impatto ambientale è il più alto di Expo ed è l’unico permanente.

Questo è uno dei Padiglioni che mi sono piaciuti di più: racconta il potere del saper fare, il potere della bellezza, il potere del limite e il potere del futuro.
Nelle varie sale il numero 21 è ricorrente perché simboleggia il numero delle regioni italiane, più Roma; nella prima sala, per questo, vengono raccolte 21 storie di giovani imprenditori italiani. Si prosegue con la Sala degli Specchi, dove ammirare e immergersi nelle bellezze dell’Italia, prima naturali, poi architettoniche, poi artistiche.
Da non perdere anche il Percorso nel buio, dove guidati da ciechi si attraversa un ambiente molto speciale (non voglio svelarvi di più: provatelo!).
Da visitare assolutamente.

Padiglione della Colombia

Padiglione della Colombia, www.fraintesa.it
Padiglione della Colombia visto dal Padiglione della Cina

Il progetto del padiglione della Colombia è ispirato alle fasce climatiche: i 1.907 metri quadrati dell’edificio sono stati suddivisi in quattro spazi che rappresentano le diverse altitudini, dal livello del mare fino ai ghiacciai. Si apre con uno splendido video che racconta questa destinazione a 360°, e racconta il fatto che in Colombia non ci siano stagioni, ma solo piani termici diversi.
Sala dopo sala, il visitatore compie un vero e proprio viaggio attraverso i climi e microclimi del Paese, scoprendone la ricchezza turistica e culturale, le innovazioni (Bogotà ha la rete più estesa di piste ciclabili di tutta l’America Latina, lo sapevate?), e gli esempi di sostenibilità.

La struttura ha una facciata biodinamica; visitate la parte anteriore dell’area per trovare i bar dove degustare il caffè e i prodotti tipici di cui vi parlavo più in alto.
Perfetto per chi (come me) conosce davvero poco la Colombia.

Padiglione del Brasile

Padiglione del Brasile, www.fraintesa.it
Padiglione del Brasile, vista dalla rete

In questo articolo che ho scritto dopo aver visitato il Padiglione del Brasile troverete tutte le informazioni. Vi consiglio di leggerlo per capire meglio il progetto del Padiglione e il significato della rete sulla quale orde di bambini corrono e giocano: capirete presto che c’è un concetto ben preciso dietro a quello che sembra un gioco. Vi suggerisco anche di fermarvi a vedere i filmati con i dati sulla produzione del Brasile -vi lasceranno a bocca aperta- e prestare attenzione all’arredamento, fatto con materiali naturali da designer e artigiani brasiliani. Perfetto per chi vuole capire il Brasile oltre alle Olimpiadi e alla Samba.

Padiglione del Principato di Monaco

Sul Padiglione del Principato di Monaco avete già letto tutto in questo articolo: inaspettato, intelligente, affronta con cognizione di causa il tema della sostenibilità (è fatto con container usati, come avrete letto!). Perfetto per chi vuole approfondire il tema dell’impatto ambientale.

Padiglione Zero

Sono riuscita a entrare al Padiglione Zero verso le 18:30, quando la folla con il biglietto serale stava ancora aspettando l’apertura dei tornelli, e i visitatori col biglietto giornaliero se ne stavano andando stanchi della giornata appena trascorsa a Expo. Questo è il momento migliore per entrare in questo Padiglione!
Nello strabiliante androne d’ingresso ci si ritrova tra giganteschi cassetti di uno speziale, ad ascoltare musica cantata e suonata dal vivo, in un’atmosfera surreale. Si prosegue poi tra sale di dimensioni enormi, guardando il video di una scena agreste e sentendo il vento tra i capelli (davvero). La parte che ho apprezzato di più, però, viene dopo, quando inizia un viaggio nel mondo dello spreco alimentare e della limitatezza delle risorse. Non voglio svelarvi troppo, ma vi dirò che questa è la parte che più mi ha fatto riflettere, in tutta Expo. Il Padiglione si chiude con una panoramica in video dell’operato del Banco Alimentare, onlus impegnata attivamente a ridurre lo spreco e dare una seconda vita al cibo.
Da vedere, per riflettere sul tema di Expo.

Padiglione Slow Food

In questo padiglione si cammina tra i tavoli di una mostra interattiva sul cibo che fa capire quale impatto hanno sul pianeta le nostre scelte alimentari. Cosa comporta per l’ambiente il fatto che mangiamo una banana in dicembre, o (ancora peggio) la scelta di chi mangia gamberetti?
Consigliato per chi ha una mente critica e chi ha un interesse sul tema del buon cibo e della salvaguardia al pianeta.

E voi ci siete stati, a Expo? Cosa vi è piaciuto, e cosa no?

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