Ti siedi davanti al mare di Phillip Island, aspetti un po’ e a un certo punto vedi un esercito di macchiette scure che emergono dal mare. Tutte insieme. Eccoli, sono i pinguini che tornano a casa dopo una giornata passata a pescare!
La prima volta che ho assistito alla penguin parade di Phillip Island è stato quando sono andata su quell’isola australiana per fare la ranger. Era inverno e i pinguini arrivavano verso le 17.30; sembra incredibile, ma ogni giorno tornano alla stessa ora (un po’ più tardi, d’estate), quasi come se avessero un orologio.
L’atmosfera da spettatore è incredibile. Ci si siede su questi spalti costruiti appositamente per i turisti (consiglio la prima fila o i posti laterali) e si aspettano i protagonisti dello show. Sono i pinguini nani, i più piccoli del mondo: in inglese si chiamano fairy penguins, sono blu e sono alti circa 25 cm. Davvero minuscoli, fanno morire dal ridere. Mi chiedo come ho fatto a non portarmene uno a casa…
Questi buffi esserini emergono a grandi gruppi dal mare verso il tramonto e fanno tutti la stessa cosa: si fermano di colpo sulla sabbia, si scuotono l’acqua di dosso, e con la loro goffa andatura avanzano dondolando verso gli spalti, che aggirano per raggiungere le loro tane (i burrows, che anche io ho avuto la fortuna di costruire).
Ci si può alzare dagli spalti e risalire le passerelle rialzate di legno che conducono al Phillip Island Penguin Centre (dove ci sono i bagni, un piccolo bar fast food, un’area informativa sui pinguini e un negozio), per seguire più da vicino i pinguini che tornano verso l’entroterra.
Ci tengo a specificare una cosa: questo complesso è stato costruito per proteggere i pinguini. Mi spiego meglio. Oggi a Phillip Island ‘pinguini’ significa sì turismo, ma anche protezione ambientale. Quella sull’isola è una delle poche colonie di fairy penguins rimaste al mondo e conta circa 30.000 pinguini minacciati ogni giorno da volpi, gatti (introdotti in Australia ma non autoctoni) e altri pericoli. Intorno agli anni ’20, quando questa colonia era molto più numerosa e non c’erano ancora gli spalti, si era diffusa la notizia di questo fenomeno e tantissimi turisti venivano qui con le macchine. Parcheggiando sulla riva e camminando nell’area quei visitatori distrussero, anche se involontariamente, uova, tane e flora e fecero così ridurre in maniera consistente la colonia di pinguini.
Per fortuna ora l’organizzazione no-profit Phillip Island Nature Parks ha costruito queste aree per turisti che sono chiuse e recintate e impediscono alle persone di calpestare le zone dove vivono gli animali.
In più, tutto il ricavato di ingressi, negozio e fast food va alla fondazione, che con questo denaro ha inaugurato da pochi anni un nuovissimo Wildlife Hospital dove ranger e veterinari curano esemplari di specie autoctone feriti o malati. Qui sono stati ripuliti e curati anche i pinguini che nel 2000 furono ricoperti dal petrolio fuoriscito da una petroliera.
Pagando il biglietto d’ingresso per la penguin parade, che va dagli 11 ai 22 $, si contribuisce quindi alla protezione di questa specie.
Informazioni utili sulla Penguin Parade di Phillip Island
Alla penguin parade non si possono fare fotografie, per un motivo ben preciso: essendo di sera, ci sarebbe bisogno del flash, ma questo acceca i pinguini e rischia di disorientarli accecandoli o, peggio ancora, di spaventarli a morte.
Quando uscite dal Penguin Centre per tornare a casa controllate che non ci siano pinguini sotto all’auto: può capitare di trovarne nascosti sotto ai veicoli.
Per andare a vedere a Phillip Island pinguini e molto altro, l’aeroporto più vicino è quello di Melbourne, dove atterrano molte compagnie (tra le più famose con voli Italia-Australia, Emirates). Dalla città partono molti tour che offrono una visita a Phillip Island con rientro in giornata; a chi invece vuole noleggiare un’auto basterà guidare un paio d’ore in direzione Wonthaggi. Ovviamente in Australia si guida a sinistra come in Gran Bretagna, ma se ce l’ho fatta io…
Una curiosità: noi Europei pensiamo che i pinguini vivano solo nei posti freddi, ma è solo perché siamo abituati a pensare a quelli in Antartide; questa specie in realtà vive anche in posti caldi come appunto l’Australia.
Che bella l’immagine un po’ buffa di questi “omini” che dondolando vanno nelle tane! Non sai come mi piacerebbe fare un’esperienza come quella che hai fatto tu…chissà che in vecchiaia non mi ritiri in un luogo così!
ciao Andrea, ci vediamo lì dopo la pensione, allora 😉 Se ne hai l’occasione vai a vederli perché sono tenerissimi e fanno molto ridere. Poi è stupefacente come arrivino tutti in contemporanea, come se ci fosse una metropolitana per pinguini con la fermata “spiaggia” a cui scendono tutti alle 6!
me li immagino questi pianguini. un esercito “impettito” e tenerissimo che ti vien voglia di abbracciare..
che bella esperienza! 🙂
Ecco…una cartolina (o una tua foto così) vorrei ricevere da te, ma consegnata a mano!
…buon viaggio !