Mangiare vegetariano in Puglia è piuttosto facile e godurioso: la verdura e la frutta sono parte integrante della cucina locale e hanno in media sapori 100 volte più gustosi dei corrispettivi trovati nei supermercati di Milano.
- Le olive, spesso vendute sfuse al kilo dai mercanti in ApeCar, hanno un gusto che ti fa dire “ah ecco di cosa sa un’oliva”, e ti fa capire che quelle che compravi in barattolo nei negozi di casa tua erano solo palline di sale.
- Idem l’olio, che una volta assaggiato ti fa esclamare “aaaah ma quindi c’è un motivo se lo si chiama fruttato/intenso/robusto/…”.
- Le fave di Carpino sono presidio SlowFood e spesso si trovano preparate in umido o in purea. Un consiglio: con la cipolla fresca sopra e un filo di olio di oliva (sì, anche nel caso in cui galleggino già nell’unto) sono il top.
- La cicoria l’avevo sempre sottovalutata credendola una parente sfigata degli spinaci, invece l’ho rivalutata, mangiata all’olio come contorno e sugli ottimi crostini con i fagioli cannellini.
- I sottoli (pomodori e melanzane in primis) sono il vero segreto della felicità dei pugliesi. Quelle melanzane a straccetti che perdono olio per 45 minuti mentre ti penzolano dalla forchetta sono una cosa indescrivibile. Idem per i pomodori secchi sottolio. Uno tira l’altro, altro che le ciliegie! Vi sfido a mangiarne meno di 10 forchettate.
- La salicornia ha un nome che sembra uscito da I Puffi e sembra un incrocio tra un’alga e una pianta grassa. Cresce nelle zone marittime e ha un sapore salmastro; a me è piaciuta e va provata almeno una volta.
- I lampascioni non sono uomini alti e dinoccolati: sono bulbi simili alle cipolle, però più piccoli. Io li ho mangiati lessi; hanno un gusto fresco e un po’ aspro.
- I formaggi locali danno dipendenza: buonissima la cacioricotta, e dal sapore molto forte il caciocavallo podolico, chiamato così dal nome delle mucche che ne producono il latte. Occhio però che non sia quello ‘di quaglia’: contiene larve!
- La paposcia garganica è una specie di focaccia a forma di calzone cotta nel forno a legna a 400°: si può farcire con formaggio, verdura, pomodoro o…Nutella. Buonissima e molto economica.
- Le orecchiette secondo me sono un must con le cime di rapa e i peperoncini, ma per chiama i gusti più delicati consiglio quelle con il pomodoro fresco e le fave.
- I dolci tipici sono…molto dolci, cioé hanno un gusto molto zuccheroso: da provare i classici dolci alla pasta di mandorle e i tipici sospiri, fatti con pan di Spagna, cioccolato e liquore Strega.
E’ fortemente consigliato l’invio di melanzane sottolio alla sottoscritta da parte di chi ha gradito questo articolo.
Dove mangiare sul Gargano
Azienda agricola Cannarozzi a Carpino, produttrice di olio e fave, che organizza anche percorsi di degustazioni e attività di masseria didattica.
Il Ristorante Il Giardino a Rodi Garganico offre orecchiette fatte in casa (io ho imparato lì a farle), ha un angolo con prodotti tipici locali e è anche albergo.
Il Bar Pizzicato è a Vico del Gargano ed è famoso per la sua pasticceria.
Il Rifugio Sfilzi è nel cuore della Foresta Umbra all’altezzza di Vico del Gargano, è anche bed & breakfast e organizza corsi di cucina.
Il Ristorante Tony a Vico del Gargano è dove ho imparato cos’è e come si fa la paposcia.
Il Trappeto, nel centro storico di Vico, ha delle sale interne spettacolari perché è costruito in un vecchio frantoio. Lì ho mangiato anche della buonissima zucca fritta.
Le altre foto che ho scattato nel Gargano le potete vedere qui:
Le mie terre per il 50%… Tanta roba!
Tantissima!