Alcuni giorni fa sono stata in Umbria e ho visitato il Museo del Vetro di Piegaro.
L’edificio che lo ospita è la vecchia fabbrica del vetro del paese, attiva almeno dal XVII secolo. Attualmente però l’attività di vetreria è stata spostata all’esterno del paese, e fa un po’ da monito a tutti i ragazzi che pensano di mollare gli studi: l’idea di lavorare in questa fabbrica sotto temperature altissime fa venire voglia di tornare sui banchi di scuola, mi dicono. Ci credo!
Nel Museo del Vetro c’è una sala con soffitti con volte a crociera ancora annerite dal fumo, dove pannelli spiegano il processo produttivo e teche mostrano pregiati prodotti di questo lavoro, come fiaschi, damigiane e le collezioni di manufatti per i coniugi proprietari nel 1800, i Misciattelli.
La parte che mi ha colpito di più però è al piano di sotto: è la stanza del forno fusorio, nel quale alla temperatura di 1200° veniva prelevato il vetro per la lavorazione, che fino agli anni ’50 dal ‘900 era manuale. Ho preso in mano uno di questi manufatti per soffiatura: è molto leggero, rispetto al corrispondente prodotto con processo a stampo, industriale.
Di fianco alla stanza del forno c’è un altro pezzo di storia: la saletta delle giornate, con i libri paga originali, che da una finestra permette la visione della verde collina di fronte.
Mi chiedo come fosse lavorare chiusi qui tutto il giorno a temperature insopportabili, guardando la natura serena nel pendìo opposto…
Sotto al forno, c’è una camera di contenimento in cui veniva raccolto il vetro eliminato nella fase di spegnimento. Confluiva dal forno attraverso un’apertura apposita, in una vera e propria colata di vetro incandescente, che ora è una lingua verde smeraldo, impressionante.
Il Museo si conclude all’esterno, dove un’alta ciminiera rossa si staglia nel cielo azzurro.
Info utili sul Museo del Vetro di Piegaro
Gli orari delle visite e le tariffe per il biglietto (che variano dai 2 ai 4€) sono sul sito di VisitPiegaro.