Il 7 settembre, giorno in cui si celebra la data dell’indipendenza del Brasile dal Portogallo, il Paese sudamericano ha celebrato il proprio National day a Expo in un tripudio di danze, suoni e colori.
Il Padiglione del Brasile a Expo -uno dei più apprezzati dai visitatori- è incentrato sul tema Sfamare il mondo con soluzioni ed è caratterizzato da installazioni e pannelli interattivi che si sviluppano intorno ai temi dell’innovazione, della tecnologia e della sostenibilità.
Il Brasile è leader nelle esportazioni di alimenti (soprattutto zucchero, succo d’arancia, soia e caffè)e ha imparato a produrre di più utilizzando meno risorse e preservando la ricchezza della biodiversità che lo contraddistingue. Grazie a questo enorme sviluppo, nel 2014 è uscito dalla mappa della FAO della fame nel mondo.
Tra le tematiche affrontate su 3 piani del Padiglione, la potenzialità della canna da zucchero per lo sviluppo di prodotti biocompatibili, la produzione agricola sostenibile, le smart city. Un touch screen interattivo a piano terra permette di scoprire i principali ingredienti delle cucine regionali brasiliane, tra i quali il pepe di Cayenna, il latte di cocco, i pinoli, la yerba mate. I visitatori possono comporre la loro ricetta virtuale e riceverla via mail. Al secondo piano, una piacevole installazione riproduce le case di Brasilia in formato casetta per uccelli, mostrando il materiale utilizzato dalla specie endemica joão-de-barro per realizzare i nidi, e ricordando così il collegamento tra natura e architettura.
Al terzo piano, una sequenza di schermi racconta il Brasile agro-alimentare mostrando dati e infografiche sulla produzione nazionale.
La vera protagonista del Padiglione però è la rete sulla quale si cammina per arrivare al terzo piano, che ha già divertito e stupito più di 2 milioni di visitatori. Questa rete sospesa nel vuoto simboleggia l’insieme di relazioni tra i vari fattori che, integrati tra loro, rendono il Brasile un importante produttore di cibo di qualità. Camminando su questo percorso a mezz’aria, i visitatori sono portati a interagire anche fisicamente tra loro, tra giochi di luce e suoni della foresta amazzonica. Allo stesso tempo le persone si trovano a camminare guardando le piante e gli ortaggi brasiliani posizionati al di sotto, nel piano terra del Padiglione: il messaggio è quello di osservare le coltivazioni senza calpestarle né rovinarle, cioè rispettandole.
Le 32 piante scelte per questa esposizione sono quelle tipiche brasiliane che possono sopportare il clima europeo, come ad esempio la patata americana, e riproducono una parte della foresta amazzonica.
Anche l’arredamento interno del Padiglione è sostenibile e rappresenta le eccellenze del Brasile; include oggetti di design in materiali naturali (legno, paglia, vimini) realizzati da artisti locali e comunità indigene. Le sedie del ristorante interno sono opere di artisti diversi – pezzi di designer famosi e di nuovi talenti.
Durante il National Day è stato ricordato l’imminente ruolo da protagonista di Rio de Janeiro, che nell’agosto 2016 ospiterà i Giochi Olimpici e Paraolimpici e accoglierà flussi turistici che prevedono tra le 300.000 alle 500.000 presenze estere.
La speranza è che questi nuovi visitatori si spingano oltre Rio e che in un viaggio improntato sull’ecoturismo arrivino a scoprire anche l’arcipelago Fernando de Noronha, il Parco Nazionale di Jericoacoara, le foreste e le dune di Jalapão e la riserva naturale di Mamirauà.
E per la città del Cristo Redentore si pensa già al dopo-Olimpiadi: il complesso residenziale del Media Village previsto per arbitri e giornalisti verrà trasformato in abitazioni per i cittadini meno abbienti.
La settimana del Brasile a Expo, dal 5 al 12 settembre, terminerà con il concerto del pianista e cantante João Donato.
Per il programma completo degli eventi del Padiglione Brasile: www.brasilexpo2015.com
[La foto a inizio articolo è di Apex-Brasil su Facebook]
Ciao Francesca. Grazie per questo interessante articolo. Ho una domanda per te: rischierò di sembrare “violenta” ma ci terrei davvero ad una tua opinione. Sei famosa nel panorama dei travel blogger italiani anche per le tue scelte alimentari. Ecco la domanda: ci credi davvero ad EXPO? Credi davvero che sia una risorsa, che possa insegnare qualcosa? Credi che sia utile chiudere gli occhi e dimenticare cosa c’è dietro, che la scelta porti alla luce altri aspetti, i migliori, che hanno bisogno di visibilità?
Maddalena
Ciao Maddalena, grazie per il tuo commento. Sono stata a Expo più volte ormai, anche se all’inizio lo guardavo con molta diffidenza, ma ora mi sono ricreduta. Penso che Expo sia un momento stimolante in cui viene data la possibilità a tutti di sognare (anche se per poco), conoscere e fare un viaggio virtuale nel mondo. Ci ho visto persone che sono uscite dal loro paesello dopo anni, solamente per visitare questa manifestazione, e già questo, in un certo senso, secondo me è un successo. Ci ho visto tantissime famiglie, e nei Padiglioni ho visto tante occasioni formative – queste persone probabilmente senza Expo sarebbero state a casa davanti alla tv, per una sera in più. Poi, certo, lì sta alle persone sapere cogliere le occasioni o no. Ho visto tanti genitori portare i figli al Padiglione di McDonald’s, e lì mi sono cascate le braccia. Ecco, quello per me significa non aver capito niente di Expo. Per me Expo è il Padiglione del Giappone, che dà un assaggio della cultura giapponese e dell’umami a chi in Giappone forse non ci andrà mai; è il Padiglione del Brasile, che cerca di passare il messaggio di risorse di cibo limitate e di sostenibilità; è Palazzo Italia, che presenta le innovazioni agricole italiane; è il Padiglione dei tuberi e dei cereali, dove anche io che sono (di solito) sul pezzo ho scoperto alimenti mai sentiti prima. Insomma, pensavo fosse un baraccone – e visivamente a primo impatto forse lo è – ma, per chi ha davvero voglia di imparare e per chi è curioso, di cibo per il cervello ce n’è tanto. Credo stia a noi come visitatori scegliere cosa farne. E tu che ne pensi?