Sono stata a Rotterdam la prima volta 10 anni fa, in una giornata ventosa durante una vacanza in Olanda. Ci sono rimasta soltanto poche ore ma mi sono resa subito conto di trovarmi di fronte a qualcosa di profondamente diverso dall’atmosfera e dallo stile di Amsterdam, nonostante tra le due città ci siano solo 40 minuti di treno.
Sono molto felice di essere tornata a Rotterdam a fine dicembre per capire meglio la sua anima, dato che questa è una città che mai mi sarei aspettata di visitare in Europa: modernissima, multiculturale, all’avanguardia.
Bastava, in effetti, pensare che questa è l’unica città con un sindaco musulmano in Europa – e non ci troviamo di certo al confine con il Medio Oriente -, che ospita la moschea e il porto più grandi del continente.
E che proprio 75 anni fa, nel 1940, fu distrutta dal blitz nazista, ma già 4 giorni dopo i bombardamenti vide iniziare il processo di ricostruzione all’insegna di una grande rottura col passato.
Il risultato? Uno skyline ipermoderno difficile da immaginare in Europa, che strizza l’occhio a New York, plasmato da architetti del calibro di Norman Foster, Renzo Piano e MVRDV. E, tra palazzi e ponti futuristici, il vero mondo multiculturale. Abitanti di almeno 170 diverse nazionalità, tantissimi giovani, turisti q.b..
Così in una lunga pedalata attraverso la città mi sono ritrovata prima nei quartieri mediorientali tra donne col velo (Feyenoord e Oude Westen), poi tra enormi palazzi dalle facciate di vetro, ancora in un quartiere hipster pieno di ragazzi (Witte de Withstraat), infine a fianco di un gruppetto di mormoni. Sì, mormoni. Mai visti in vita mia, e mai avrei detto che li avrei visti per la prima volta…a Rotterdam. Avevo decisamente sottovalutato questa città. Eppure non era un caso che il New York Times e la Rough Guide l’avessero inserita tra le città must del 2014.
A Rotterdam ho vissuto il futuro – un futuro bellissimo, dove in cima a un grattacielo ho trovato un orto con tanto di arnie, sfruttato dal rooftop bar per brunch a km (cm?!) zero.
Un futuro dove la stazione dei treni è spaziosa, luminosa, a misura di viaggiatore, con una sala d’attesa accogliente come un elegante salotto. Un futuro dove il mercato coperto Markthal è costellato di ristoranti etnici ed è ospitato nella più grande opera d’arte di tutta l’Olanda.
In questa stessa città i cittadini pendolari hanno ottenuto la realizzazione di un ponte di legno sospeso che permette di attraversare il centro camminando a 10 metri da terra, passeggiando al di sopra di traffico e auto. Neanche a dirlo, ogni singola asse di legno che forma il ponte reca il nome del cittadino che l’ha pagata, perché questo è stato un progetto di crowdfunding.
Posso dire con certezza che chi pensa che Rotterdam sia una sorella minore di Amsterdam si sbaglia di grosso. Non lontano da noi c’è una capitale della multiculturalità, una vibrante città giovane, piena di locali e ristoranti di design.
Che ha sì una parte vecchia sul fiume, con scorci romantici come le altre cittadine olandesi, ma che stupisce per l’avanguardia che la permea. Dove si respira aria cosmopolita.
Il mondo va avanti in fretta e io l’ho percepito a Rotterdam.
“Neanche a dirlo, ogni singola asse di legno che forma il ponte reca il nome del cittadino che l’ha pagata”
Suppongo che, fra i cittadini, non ci siano i nomi degli animali che, un paio di giorni fa, hanno devastato il centro di Roma. 🙂
non so…e i nomi di tutti quegli italiani colpevoli di aver ucciso, puncicato, ferito, minacciato, colpito altri italiani o stranieri per questioni di “tifo” e faide calcistiche sono scritti da qualche parte? 😀
Sui mattoni di qualche carcere, spero. 🙂
sarebbe bello. E invece…
Bellissima Rotterdam! Mi è rimasta nel cuore… sono stata tre anni fa’…
😀
Ciao Eliana
ti aspetto sul mio blog…
http://cuoreeanimaacolori.blogspot.it/
Anche a me è piaciuta molto! Ciao Eliana!