Dove mangiare a Spoleto: il ristorante migliore (e i peggiori)

Per 20 giorni sono stata a Spoleto in un hotel senza cucina: per tutto questo tempo ho pranzato e cenato fuori, al ristorante. Le conseguenze sono due:

  • sono grassa come un bidone
  • mi sono fatta un’opinione su dove mangiare a Spoleto, quale sia il ristorante migliore e quali invece siano da evitare.


Il mio ristorante preferito qui è l’Apollinare, nascosto in un vicoletto a Spoleto alta. E’ nelle mura romane di un ex convento francescano, e appena entri una musica soft (Yann Tiersen, Caetano Veloso, Israel Kamakiwo’ole,…) ti dà il benvenuto tra luci discrete e tavoli eleganti, apparecchiati con posate d’argento.
Quando pensi di essere entrata in un ristorante troppo sofisticato per i tuoi gusti, arriva ad accoglierti il maître di sala più baffuto e sorridente del mondo, che ti fa accomodare e che tu, più che ringraziare cortesemente, vorresti abbracciare. Ma questo è solo l’inizio dello spettacolo.

Arriva Michele, lo chef 29enne che ti racconta (è il verbo giusto) i piatti che pensa di proporti, e ti ascolta per prepararti un menù su misura. I piatti ogni tanto cambiano, ma uno di questi c’è da più di 20 anni: è la caramella di pasta sfoglia ripiena di caciottina locale su spuma di parmigiano con tartufo. Ed è un antipasto.
Un altro antipasto divino che mi si è sciolto in bocca è il flan di zucchine e fiori zucca.
Incredibilmente buona, poi, l‘insalata Federico II, fatta con una misticanza particolare di erbe coltivate a Igea Marina e condita con salsa di sesamo tostato e aceto di mirtilli rossi.

Passando ai primi, che sono serviti in porzioni abbondanti, sono indimenticabili i frascarelli al pomodoro con pesto di basilico e gli strangozzi alla spoletina, con un sugo talmente buono che leccheresti il piatto.
Come secondi, oltre alla burrata che si scioglie in bocca, c’è una parmigiana di melanzane non fritte che mi ha fatto cancellare dalla memoria il gusto di tutte le parmigiane assaggiate nella mia vita.

Un capitolo a parte sono i dolci. C’è la crescionda, dolce tipico spoletino a base di amaretti e cioccolato (che però a me non piace perché odio il gusto degli amaretti); poi c’è la crema bruciata al caffè e cardamomo, che arriva portata da Filomena, una cameriera bionda molto simpatica che si raccomanda di aspettare che la fiamma si spenga prima di cedere al dolce al cucchiaio.
Infine, c’è il tiramisù più buono del mondo. Una collina di crema coperta da una spolverata di cacao e da crumble al caffé, con un cuore di cioccolato fuso. Credo di averne mangiati almeno 7 in questi giorni: mai sentito un tiramisù così buono.

In questo ristorante ci ho passato ore a ridere, scherzare, degustare, bere, discutere. Ci ho anche portato a cena i miei genitori: mio padre, che è un mancato chef, si è innamorato dell’Apollinare e si è divertito a parlare di cucina con Michele, lamentandosi banalmente di avere una figlia vegetariana.

I prezzi? Molto bassi, per la qualità e la quantità. I primi si aggirano intorno ai 9/10€; io consiglio di lasciar fare allo chef (che comunque terrà in conto i vostri gusti o eventuali allergie), che cucinerà 3 portate da sogno per 25€.

Dopo essermi fatta venire l’acquolina da sola, per i ristoranti peggiori di Spoleto vi rimando a questo onesto e divertente post di Sara di Viaggio AnimaMente, che ha passato con me in Umbria questi giorni all’insegna dell’ingrasso.

5 commenti su “Dove mangiare a Spoleto: il ristorante migliore (e i peggiori)”

  1. Mi hai fatto venire l’acquolina in bocca. 🙂 Nel mio breve soggiorno umbro ho potuto constatare la bontà della cucina del posto tralasciando ovviamente il fattore ingrasso, ma con tante bontà, non ci pensa su.

  2. Anch’io vegetariana, ho avuto solo l’imbarazzo della scelta!
    Tutto davvero buonissimo, ora il problema sarà resistere alla tentazione di tornarci troppo spesso!

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