Personalmente bevo acqua del rubinetto da anni e tendo a preferirla a quella classica in bottiglia non solo a casa, ma anche nelle mense, hotel e ristoranti dove vado. I motivi sono tanti: tra gli altri, la fatica di portare, a mano, bottiglie a casa e la produzione di plastica inquinante. Io poi bevo più di un litro di acqua al giorno, figuratevi. E quando vado all’estero mi rendo conto che siamo praticamente solo noi italiani, che compriamo acqua in bottiglia invece di aprire semplicemente il rubinetto; non so se è per abitudine o perché temiamo di trovare chissà cosa nell’acqua che scorre, comunque mi sembra folle.
Per questo mi sono informata. Nel weekend dell’8 e 9 dicembre ero a Milano per le iniziative di lancio di Milano Blu, il nuovo marchio (e relativo sito) dell’acqua pubblica milanese. In quei due giorni, alcuni responsabili di Metropolitane Milanesi (che è la società che gestisce il servizio idrico cittadino) erano a disposizione per informazioni mentre alcuni ‘sommelier dell’acqua’, presso quattro fontane di Milano, invitavano i passanti a degustare l’acqua in bicchieri marchiati Milano Blu.
Che poi le fontane qui le chiamano ‘vedovelle‘, perché, come le vedove, piangono sempre. Che romantici questi milanesi…
Comunque ho imparato alcune cose. Innanzitutto che l’acqua di Milano, oltre che potabilissima, è buona. Poi che è sicura e controllata: Asl, Arpa e Metropolitane Milano monitorano quotidianamente la qualità dell’acqua di rubinetto (invece l’acqua imbottigliata subisce controlli di tipo diverso perché destinata alla conservazione). Metropolitane Milanesi sta anche valutando l’attivazione di laboratori specifici per garantire la qualità dell’acqua dopo il passaggio nelle tubature private, anche se di recente, dopo un test effettuato su 50 case in zone diverse di Milano, l’acqua è risultata sempre pulita, mai contaminata.
Ho anche scoperto che anni fa le trote (sì, proprio i pesci) venivano usate per controllare e garantire la qualità dell’acqua prima della potabilizzazione, poiché sono animali altamente sensibili all’inquinamento; ora però sono state progressivamente sostituite da sistemi tecnologici.
Ma Milanoblu.com mette a disposizione molte altre informazioni; in più, oltre a controllare i dati della propria utenza, sul sito si può anche:
– trovare la lista di ristoranti che offrono l’acqua del rubinetto;
– leggere 8 motivi e consigli sul bere l’acqua del rubinetto – ad esempio: eventuali microbollicine sono normali e sono semplicemente prodotte dalla pressione nelle tubature; per eliminare il cloro è sufficiente lasciare riposare l’acqua versata per qualche secondo, perché il cloro è volatile;
– scoprire come funzionano i cicli di depurazione e potabilizzazione;
– richiedere controlli privati delle tubature condominiali;
– chiedere di visitare gli impianti.
Ah, ho chiesto anche delucidazioni su quella storia della cocaina nell’acqua. È vero che è stata rilevata, ma nelle acqua di discarica, non in quella del rubinetto che beviamo noi; proviene quindi da tubature totalmente diverse.
È quindi inutile che cerchiate di sballarvi attaccati al rubinetto.
Articolo davvero interessante… dopotutto l’ho bevuta per 26 anni, è vero che sono un po’ matta, ma l’ho sempre trovata davvero buona!!!:) notte Fra
*matta , ho perso mezza parola scusa
ah dici che è per quello che siamo matte?! 😉
Alcune cose che ho imparato sull’acqua del rubinetto (quella di Milano, la ‘Milano Blu’, ma non solo) http://t.co/C1hK0Skj
Sommelier simili lavorano per la città di New York, e si mettono nelle principali piazze di Manhattan per far bere “aggratisse” l’acqua del rubinetto, per dimostrare quanto sia potabile.
In realtà, specie in zone dove le tubature sono vecchie (quindi quasi tutta la città), si utilizza un contenitore che va in frigorifero, dotato di filtro.
Anche a Napoli, dove l’acqua è molto calcarea, non beviamo più acqua di rubinetto non filtrata da parecchi anni.