Ranger a Phillip Island: rabbit control

Ci sono quelle giornate in cui ti trovi nel bel mezzo di una crisi personale, quando le tue certezze vacillano e vorresti che qualcuno ti dicesse con certezza cosa e’ giusto e cosa è sbagliato.

Mi sono trovata in una situazione simile quando mi sono occupata del rabbit controlPrima di tutto dovete sapere che qui a Phillip Island l’uomo ha introdotto, nell’ultimo secolo, una serie di animali che non sono nativi e che si sono diffusi creando molti problemi alla flora e alla fauna locali. Tra questi, la volpe, il rospo delle paludi e la lepre.

E così oggi mi sono trovata a dare la caccia alle lepri. Perchè vanno cacciate? Perchè, a differenza delle loro cugine europee, queste figliano il doppio e qui non hanno predatori naturali, quindi si diffondono molto velocemente; con i cunicoli che creano poi rendono instabile il terreno mettendo a rischio le tane degli animali autoctoni, e si cibano della flora locale.

Ci tengo a precisare che il ranger cacciatore con cui ho lavorato e’ un signore adorabile, prossimo alla pensione, praticamente vegetariano, che si e’ ritrovato a fare questo lavoro per il bene dell’isola e delle sue specie e che sta tentando di rimediare agli errori commessi dall’uomo anni fa. Non usa le tagliole perchè sono un metodo crudele e quando deve uccidere un animale cerca di far sì che il tutto sia veloce e indolore.

Con questo ranger, Scott, siamo stati a Churchill Island, un’isoletta raggiungibile da Phillip Island, a prendere i suoi fedeli compagni da caccia: alcuni furetti e un Jack Russell Terrier di nome Jack.

Siamo andati in un luogo infestato dalle lepri e abbiamo circondato un albero sotto le cui radici le lepri avevano scavato le loro tane. Abbiamo circondato l’albero con una rete e abbiamo inserito i furetti nei cunicoli. I furetti hanno spaventato le lepri, che sono uscite e e si sono ritrovate nella rete (alcune sono riuscite a scappare nonostante Jack le inseguisse oltre la rete, altre sono rimaste impigliate). Le lepri così catturate sono state uccise facendo loro pressione sul collo; poi sono state sventrate e le loro interiora sono state lasciate sul prato, dove diventeranno cibo per gli uccelli rapaci dell’isola. Il resto del corpo invece verrà usato nelle trappole per le volpi.
Altre lepri sono state uccise col fucile, la prima arma da fuoco che io abbia visto usare in vita mia.

Vi dirò che questa giornata non è stata semplice per me da un punto di vista psicologico. Ma ho cercato di concentrarmi su fatto che questa attività è mirata al bene della flora e fauna locali ed è finalizzata al recupero di un equilibrio naturale che l’uomo stesso ha fatto saltare anni fa.
E il fatto che la lepre sia un animale coccoloso e morbido per me non la rende diversa da un piccione o da un ratto, che tante volte vengono uccisi solo perchè non sono animali “carini”.

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