Una cara amica spagnola mi ha invitato da lei, a Pamplona, proprio nei giorni di San Fermìnes. Grazie a lei in quei giorni ho vissuto come una spagnola e, purtroppo, come una spagnola ho rispettato la tradizione: ho visto l’encierro e sono andata a una corrida in Spagna.Vi racconterò quest’ultima. Non so voi, ma prima di questa esperienza io pensavo che la corrida fosse “solo” l’incontro tra un toro stanco e un torero pronto a tormentarlo. Mi sbagliavo di grosso. E’ stata un’esperienza molto dura per me, ma mi è servita per capire fin dove può spingersi l’essere umano.
Vestiti di bianco e rosso, come da rigorosa tradizione sanfermines, il tutto inizia al supermercato, dove con mio stupore compriamo una pattumiera di plastica da 25 litri, come quella in foto.
Capisco presto che questo sarà il contenitore per la sangria che ci porteremo nell’arena.
Preparata la sangria, ci dirigiamo bellamente con questa cisterna alcolica all’entrata indicata sul nostro biglietto (costo: 22 euro). La polizia e la sicurezza non battono ciglio: pare che sia normale che gli spettatori entrino con barili di alcool.
Ci dirigiamo nel nostro settore: è nella metà che rimane al sole. Al contrario della metà all’ombra, dove si va per seguire la corrida, qui tutti fanno fiesta e, mi dicono, non si fa altro che cantare, bere e lanciare sangria nei settori sottostanti: in realtà il toro quasi non lo si vede. Rimango perplessa, ma decido di sperare che sia veramente così.
Mi siedo, e in breve tempo la mia maglia bianca diventa viola, dalla sangria che mi piove addosso. Quando mi arrivano in testa un mezzo limone e un cubetto di ghiaccio, inizio a ridere meno.
Nel frattempo inizia la corrida: entrano i picadores, i toreros e il matador, che sfilano a turno e con aria trionfante si posizionano sotto al punto della tribuna dei giurati, cioè coloro che decidono se il toro va ucciso o se invece può essere graziato (se è “stato bravo” e non ha tentato di incornare i toreros). Dopo la sfilata dei prodi guerrieri i toreros fanno stretching e si posizionano nell’arena con i drappi gialli e rosa. Per la cronaca: i tori vedono in bianco e nero, ed è lo sventolare del drappo che lo infastidisce, non il colore.
Il toro viene fatto entrare, e i toreros fanno di tutto per farlo stancare. Lo tormentano poi si nascondono dietro a dei paraventi bassi, a lato dell’arena: li vedete nella foto all’inizio del post. In questo modo, il toro tenta di incornarli ma si fa solamente male contro il legno del paravento, e loro non si fanno nulla. Coraggiosi, vero?
Dopo di ciò, entrano i picadores: uomini a cavallo che hanno il compito di ferire il toro sul garrese, inserendovi delle lance acuminate. Bel divertimento, eh? Oltretutto il cavallo che li sorregge è bendato e bardato su tutto il corpo da una specie di armatura, perchè il toro tenta di incornarlo per difendersi. Una volta usciti i picadores, ecco un altro giro di toreros a cui segue, infine, la parte più crudele, che ha trasformato in singhiozzi disperati le lacrime che mi scendevano sul viso.
Entra nell’arena il matador, che cammina volutamente piano, dà le spalle al toro, tiene il petto in fuori e incita la folla ad applaudirlo. Ostenta sicurezza o, a seconda dei punti di vista, ostenta ignoranza allo stato puro. Anzi, brado.
Si avvicina al toro più volte per inserirgli nuove lance nel garrese. Quando il toro si avvicina troppo, i toreros riemergono dai paraventi (parac***) per attrarre la sua attenzione e distrarlo. Poi tornano a ripararsi. Altra ardita prova di coraggio. Sotto la luce del sole, si vede il sangue che sgorga e scintilla dal collo del toro.
Questo simpatico giochetto continua un pò fino a che il matador, dopo l’ok della giuria, inserisce due lunghe spade acuminate nella gola del toro. Poi continua a tormentarlo e stuzzicarlo fino a che al toro, stremato e già morente, non cedono le ginocchia. L’animale si accoccola sul terreno. Sbuffa. Il matador continua a infilargli lance nel garrese sotto gli applausi della folla. Il toro brontola e subisce, e chiude gli occhi. Muore.
Grandi applausi, il matador che si fa acclamare dalla folla, sangria che continua a volare tra i cori degli spalti, e i picador che entrano a cavallo, legano il cadavere del toro ai cavalli e lo trascinano fuori. Una lunga striscia di sangue si mischia alla sabbia.
Olè.
Se siete arrivati a leggere fino a qui, spero che gioiate con me per questa notizia, e che vi uniate a me alla prossima manifestazione contro la corrida.
Yo soy antitaurina, y tu?
>è triste la corrida …
>Oddio è terribile.
Anche io l'anno scorso a Malaga ho assistito a una corrida per la festa della Feria.
La cosa che mi ha sconvolto è la totale normalità della cosa.
>Io non sono riuscita a leggere fino in fondo, mi spiace (anche perchè il racconto io l'ho sentito di persona :)….però alla maglietta che da bianca è diventata viola ci sono arrivata e lì ho riso : D
Mi unisco al gruppo e prometto che prima o poi questo post lo leggerò tutto…più veg per tutti e viva il thai!
>@Giardigno65 e @Nouv84: sono d'accordo con voi, è triste, ed è ancora più triste che sia normale!
@Federica sì tu già ti sei dovuta sorbire il racconto a voce..quindi sei esentata dalla lettura, vah! (ma sono contenta che tu abbia riso 🙂
>Post affascinante!
Spero di non essere considerato un mostro o almeno una persona insensibile se dico che non ci trovo nulla di strano nel sangue, nella morte e nella corrida in generale. Ho conosciuto un signore anziano accanto a me, Antonio, faceva il torero da ragazzo. Mi ha spiegato il rituale, le reazioni del pubblico, il significato. Onestamente non ho compreso il significato di ammazzare un toro in quella maniera. Ma se ci pensate, non rischiamo di essere ipocriti nel giudicare? Consumiamo carne porzionata e imballata presa da un qualunque bancone del supermercato e ci dimentichiamo che quello che abbiamo sul piatto era parte di un essere vivente come quel toro, nel quale scorreva del sangue e che forse avrebbe potuto avere una vita più dignitosa anziché dover mangiare cibo fatto con le osse dei suoi stessi fratelli, essere trasportato in camion per centinaia di chilometri, prima di entrare da una porta e uscire come cotoletta. A me durante la corrida è venuta una gran fame, di toro. Forse non mi sono ancora evoluto o amo troppo mangiare carne. Comunque sia, Antonio dopo la corrida mi invitò a mangiare Riba de Toro in un ristorante fuori dal centro di Cordoba.
>Ciao Michele, non ti considero affatto un mostro. Anzi, trovo che sia coerente che una persona che mangia la carne non faccia l'inorridito davanti all'uccisione di un animale. E allo stesso modo mi sento coerente perchè non mangio animali da 15 anni, quindi per me vedere l'uccisione di un animale rimane un trauma veramente grande. E non mi sento ipocrita a dire che, secondo me, torturare un animale vegetariano e innocuo, ad armi impari, nel XXI secolo, per puro divertimento, mi sembra una barbarie stupida e inutile. Diverso sarebbe se un "Torero" o chi per lui venisse spedito in mezzo alla giungla a combattere contro una tigre armato solo di denti e unghie. Ecco, in quel caso, se la tigre morisse, forse non sarei così arrabbiata!
>@Fraintesa il tuo ragionamento non fa una piega.
>Odio la corrida con tutto il cuore, la ritengo una delle cose più vigliacche e perverse che l'uomo abbia mai concepito. Penso inoltre che sia fortemente diseducativa perchè la visione del toro che propaganda è una visione umanizzata e antiscientifica. Il toro è un erbivoro, grande e forte ma non certo un predatore, ed in quanto tale attacca unicamente per difesa, se non fosse costretto dentro un'arena l'istinto lo farebbe fuggire. Questo normalissimo comportamento animale viene vergognosamente travisato dagli amanti della corrida che dipingono il toro come un "partecipante" consapevole del suo massacro, che ne elogiano il coraggio (che altro non è disperazione dovuta alla mancanza di vie di fuga) o ne criticano la viltà quando la povera bestia si rifiuta di seguire il loro copione da mentecatti. Il toro gioca bene, dicono, o non gioca. Certo, l'universale istinto di sopravvivenza e il terrore della morte che unisce tutti gli esseri viventi per loro è un gioco! Questa gente non merita comprensione, sono solo un consorzio di serial killer. Vigliacchi senza un briciolo di dignità, basti pensare che i giovani toreri si allenano massacrando vitellini e giumente.
La questione del mangiar carne non è rilevante come sembrerebbe. Noi dobbiamo cambiare questa nostra abitudine alimentare ma usarla per giustificare ogni forma di ingiustizia o abuso sugli animali significa solo fare il gioco di chi sull'ingiustizia ci campa. C'è molta ipocrisia, è vero, ma perchè devono pagarla quei poveri tori la nostra ipocrisia? E poi, se non mostriamo indignazione di fronte ad un massacro totalmente gratuito il cui unico fine e' intrattenere le masse quando mai arriveremo a preoccuparci degli animali uccisi a scopi alimentari?
A che serve aggiungere vittime alle vittime, sangue al sangue, morti ai morti? Gli animali che si possono salvare, anche se pochi, vanno salvati.Quasi tutti quelli che conosco hanno iniziato così, indignandosi di fronte queste forme palesi di sadismo per prendere gradualmente coscienza e smettere di mangiar carne.
Ti ringrazio per questo post che mi ha fornito ulteriori informazioni su questa barbarie (tipo il comportamento selvaggio del pubblico).
Una cosa però… non ci andate a vedere questa benedetta corrida! Anche se poi uscite disgustati avete però pagato il biglietto e l'avete finanziata.
>grazie Iblis76 per le tue considerazioni, che mi vedono totalmente d'accordo. Anche io sono diventata vegetariana dopo un'iniziale indignazione come quelle che citi tu, tanti anni fa.
Per quanto riguarda la corrida, hai ragione: meglio non finanziarla. Nel mio caso, i biglietti mi sono stati regalati da questa mia amica spagnola, quindi io il biglietto non l'ho pagato. E siccome me lo sono trovato in mano, ho pensato di fare uno sforzo ed entrare comunque nell'arena, per vedere a che livelli può abbassarsi un essere umano e poi raccontarlo tramite questo blog a chi ancora non lo sa.