Come è nata Italianway
Un successo senza freni, destinato a triplicare di anno in anno. I numeri parlano chiaro: 22mila persone ospitate nel 2015, un giro d’affari da 1,3 mln di euro e 100 appartamenti disponibili. Una vera e propria rivoluzione digitale che si immerge nel mondo dell’immobiliare. E sono passati solo 17 mesi dalla nascita della startup milanese: Italianway, infatti, è stata fondata a ottobre 2014 dagli architetti Davide Scarantino e Gianluca Bulgheroni, in collaborazione con l’Impresa Edilpark, storica agenzia immobiliare di Milano. L’idea è basata sul modello di “ospitalità diffusa”: una serie di appartamenti in affitto con stile Made in Italy, standard abitativo buono e prezzi accessibili, ma con le comodità e i servizi di un albergo. Sono infatti presenti in città due reception, una in zona Garibaldi e una in zona Navigli, dove è possibile fare il check-in e lasciare i bagagli che saranno portati in appartamento dallo staff in servizio. E non finisce qui…pulizie, assistenza 7 giorni su 7, prenotazione di biglietti per musei e spettacoli, chef a domicilio, personal concierge e diversi altri servizi personalizzati sono a disposizione di chi soggiorna in città.
Ci siamo stupiti che funzioni anche per gli uomini d’affari: in realtà chi viaggia per lavoro cerca di sfuggire dall’asetticità delle stanze d’hotel e trova nell’appartamento quel qualcosa in più che gli dona un senso di appartenenza e calore umano
rivela Davide.
A chi piace Italianway
Innovazione e tecnologia da un lato, dimensione umana e buona pubblicità spontanea dall’altro. Sembra una storia d’altri tempi, eppure nonostante «Italianway ha un format online che mostra tutti gli appartamenti con video e piantina, ed è legata a un’app che permette di aprire gli appartamenti senza usare le chiavi» a farla conoscere sul mercato è stato il buon vecchio passaparola. Davide e Gianluca erano partiti da 20 appartamenti di loro proprietà e nel 2015 sono arrivati a 100 location.
Il nostro modello è win-win sia per i turisti sia per i proprietari, che non solo non perdono la disponibilità dell’immobile, ma lo valorizzano mettendolo a reddito senza il rischio del credito
ci spiega Gianluca.
Un modello amato in particolare dagli stranieri, che sono il 70% degli affittuari: molti i cinesi, gli europei e le popolazioni dell’Est. Un sistema che offre lavoro a più personale di un hotel: ad oggi ci sono 15 dipendenti assunti a tempo indeterminato (giovani con 3 lingue parlate e un’esperienza all’estero alle spalle) e altre 15 persone circa per il servizio pulizie. E puntano a crescere velocissimi:
Puntiamo a raggiungere i 400 appartamenti entro la fine del 2016 per un fatturato di oltre 7,6 mln di euro, per diventare nel 2017 la principale struttura di ospitalità diffusa a Milano. Siamo poi interessati a Firenze, Roma e Venezia.
Quello che ti porti a casa con Italianway
La vera differenza però la fanno sempre le persone. Ed è per questo che il modello di “ospitalità diffusa” sta avendo così successo, perché regala delle vere e proprie “esperienze di vita milanese” coccolando gli ospiti con pacchetti personalizzati e una grande disponibilità dello staff. Ti fanno sentire parte del team, ti aiutano e seguono con te le attività che hai scelto durante il soggiorno e non di rado con i concierge nasce un’amicizia.
La storia senza dubbio più emozionante, che mi sento in dovere di raccontare, è quella che ha creato un legame speciale fra una giovane americana incinta al settimo mese e la proprietaria di un appartamento. La ragazza, dopo aver partorito in anticipo di un mese e non potendo volare con un neonato, è rimasta ad abitare in Italia per qualche mese nella casa personale della proprietaria della location. La donna milanese infatti, dopo aver seguito insieme allo staff di Italianway la corsa all’ospedale e la nascita del bimbo, si è affezionata a loro e li ha aiutati. Una storia da film, che continua ancora oggi con scambi di foto del piccolo…un’amicizia particolare da oltreoceano e un’esperienza forte da raccontare per tutta la vita.