Il momento della verità: amo Cuba, ma i Cubani…

Claudia Tavani ci racconta la sua esperienza con i Cubani:

Anche voi siete tra quelli che, quando si preparano per un viaggio, leggono di tutto un po’ – guide, diari di viaggio, blog e tutto quanto vi capita sotto tiro? Beh, io sono una lettrice piuttosto avida, cerco sempre informazioni sui posti che mi accingo a visitare, un po’ perché incuriosita, un po’ perché vorrei evitare brutte sorprese ed essere preparata per ogni eventualità.

Tuttavia, nel corso degli anni ho notato che in tanti (non solo i blogger), tornati dal viaggio mostrano un entusiasmo enorme per il Paese che hanno appena visitato e per la sua gente. Parole come “meravigliosa”, “gentile”, “amichevole” si sprecano per descrivere gli abitanti del posto, e la visione generale che ne esce è decisamente positiva. Non sono in molti quelli che effettivamente mettono in guardia contro eventuali problemi, un po’ perché veramente non ne hanno riscontrato, un po’ perché si ha quasi paura di criticare un luogo e dandone un’immagine negativa si corre il rischio di sottoporsi ad un vero linciaggio mediatico, passando per razzisti e incontentabili.

Ammetto che anche io sono tra quelle che raccontano quasi solo di esperienze positive, perché effettivamente mi è quasi sempre andata bene. Giorni fa, tornata da poco da un viaggio in solitaria in America del Sud, raccontavo le mie avventure ad alcuni amici che mi domandavano se mi fossi mai sentita in pericolo. La risposta era semplice: no, non ho mai avuto un problema.

C’è anche da aggiungere che, con il passare del tempo, tendo a filtrare le esperienze, e per qualche motivo solo quelle positive mi restano impresse, così che quando mi ritrovo a scrivere un post su una determinata località a volte faccio fatica a mettere insieme una lista di possibili problemi che chi viaggia potrebbe riscontrare. Faccio comunque del mio meglio per mettere in guardia contro pericoli e imbrogli, e di certo parlo sempre sulla base della mia esperienza, con onestà e cercando di evitare ogni generalizzazione. E credo che anche gli altri blogger dovrebbero fare altrettanto.

Facendo fede a quello che leggevo prima di andare a Cuba su diari di viaggio e blog, ero pronta ad incontrare un popolo fantastico e accogliente. Certo, immaginavo che la realtà delle cose si discostasse un pochino da quella dipinta sul web, ma ero convinta che mi sarei divertita come una matta. Ebbene, mi sono divertita, ma di certo non grazie ai Cubani, che nella mia esperienza si sono rivelati così diversi da come mi erano stati descritti che mi sono anche domandata se in effetti tutti i diari e blog che avevo letto prima di partire parlavano proprio di Cuba. Io non ho di certo incontrato quelle persone simpatiche, amabili e amichevoli che tutti descrivevano.

L'Avana [Foto di Claudia Tavani]
L’Avana [Foto di Claudia Tavani]
La mia esperienza a Cuba è stata talmente forte che mi ha portato ad aprire il mio blog, così che potessi raccontare delle mie esperienze liberamente, senza filtri, e con l’ambizione di mettere in guardia chiunque fosse intenzionato ad andarci. Ci ho mezzo un po’ a metabolizzare la forte delusione che ho provato e per cominciare a raccomandare a parenti, amici e lettori di visitarla, e ora mi ritrovo a pensare che mi piacerebbe tornarci e a dare consigli su come prepararsi al viaggio e sulle cose da fare a Cuba.

Dico sempre che Cuba è uno dei Paesi più interessanti che io abbia mai visitato, e che mi piacerebbe tornarci. Non mento, anzi. Solo che cerco di essere obiettiva, e ammetto che se viaggiare a Cuba per molti viaggiatori zaino in spalla è un’esperienza esilarante per un viaggiatore zaino in spalla, per altri può essere molto frustrante. Nel mio caso, è stata soprattutto frustrante.

Trinidad, Cuba [Foto di Claudia Tavani]
Trinidad, Cuba [Foto di Claudia Tavani]
Per me mischiarmi alla gente del posto è buona parte del divertimento, ovunque vada. Con lo spagnolo me la cavo decisamente bene, e questo mi aiuta tanto nei miei viaggi in America Latina. È così che riesco a carpire meglio i tratti caratteristici della cultura locale, e infilarmi in conversazioni che diventano veri e propri scambi, in cui io apprendo tanto della vita del posto che sto visitando, ma posso anche raccontare della mia cultura e del mio Paese. Niente di tutto questo è successo a Cuba. Di certo, non a me. Per quanto provassi, sono riuscita a malapena a scambiare due parole con i Cubani giusto per il gusto di farlo. Ogni tentativo di conversazione si concludeva sempre allo stesso modo: mi veniva chiesto di fare sesso (a pagamento), mi veniva chiesto di cedere i vestiti che indossavo, o di comprare qualcosa da bere o mangiare in un posto specifico (per ricevere, oltre che al pasto o al drink, anche le commissioni).

Altro che scambio culturale. Le persone che ho incontrato mi sembravano più che altro squali, che mi trattavano come il pollo da spennare di turno, come un vero e proprio bancomat da spremere al massimo, come un oggetto sessuale, come un passaporto, o come tutto quanto sopra. Era noioso, stancante e svilente. Mi sono sentita meno che umana. Mi sono domandata spesso il motivo delle mie sensazioni, mi sono chiesta come mai non riuscissi a comunicare coi Cubani in maniera costruttiva per entrambe le parti. Ho anche pensato che parte della mia sfortuna fosse dovuta al fatto che sono donna (ne ho incontrate tante a Cuba che hanno avuto esperienze simili alle mie). Ho tenuto conto della situazione politica ed economica a Cuba, del fatto che i Cubani per tanto tempo non potessero nemmeno avere accesso a posti riservati solo ai turisti, se non per lavorare. Ma per quanto cercassi una spiegazione, non riuscivo comunque a prendere con più filosofia il modo in cui venivo trattata e a farmi piacere la gente del posto. Non vorrei essere fraintesa e passare per ipersensibile, ma insomma, dov’erano i fantastici Cubani che restavano nel cuore di tutti quelli che erano andati a Cuba?

Camaguey, Cuba [Foto di Claudia Tavani]
Camaguey, Cuba [Foto di Claudia Tavani]
Mi rendo conto della povertà estrema che attanaglia Cuba. Ma sono stata in Paesi ben più poveri, dove tuttavia non mi sono mai sentita trattata come un oggetto. Ho incontrato persone fantastiche in tutto il mondo – persone che non avevano niente, e che quel niente erano contente di condividerlo con me, la perfetta sconosciuta che magari aveva bisogno di aiuto, dimostrandosi così gentili da cambiare letteralmente in meglio le sorti del mio viaggio. La mia esperienza a Cuba non è stata così piacevole. La stessa povertà che in tanti posti ha reso la gente generosa e accogliente, ha indurito il cuore dei Cubani che, invece, hanno organizzato tutta una serie di sistemi, più o meno sgradevoli, per spillare più soldi ai turisti. Il principio da cui si parte è che, se uno si può permettere un viaggio a Cuba, evidentemente è ricco e va bene imbrogliarlo e rubargli tutto il possibile. Non si tratta solo di sparare prezzi altissimi per i taxi – che vanno negoziati assolutamente, compito che a dire il vero io ho affrontato egregiamente e anche divertendomi. È una cosa più contorta, e ci ho trovato una crudeltà di fondo da cui era difficile fuggire. È molto pragmatica, ma anche tanto cattiva. A nessuno interessava sapere che magari io, per permettermi il viaggio, avevo risparmiato per anni e rinunciato a tante altre cose (dalle scarpe nuove alla pizza con gli amici). A nessuno interessava che io viaggiavo con lo zaino in spalla e non andavo di certo in un resort all inclusive di lusso. E ogni spiegazione sul costo della vita in Italia e sulla disastrosa situazione lavorativa in Sardegna, dove i salari sono bassissimi rispetto al costo della vita e dove il tasso di disoccupazione è altissimo, non veniva ascoltata – eppure, in tanti altri posti, ho trovato gente intessata a saperne di più.

Del mese che ho passato a Cuba, le prime due settimane ho passato il tempo a guardarmi le spalle per non essere sempre fregata. La cosa peggiore che mi è successa – così spiacevole che a pensarci mi viene ancora il voltastomaco – è stato quando la guida che avevo assoldato a Viñales, dopo avermi portato in giro per qualche ora, ha iniziato a comportarsi in maniera scortese e maleducata, per ragioni che non riuscivo a spiegarmi. Io ero sempre stata molto cortese con lui, non lasciando mai spazio al flirt che lui cercava – come molti. Ero semplicemente interessata a godermi la bellezza del posto e la giornata. Eppure ad un certo punto, durante una sosta, come se io non fossi accanto a lui o potessi capire quello che diceva, si è messo a parlare con un mio amico messicano che era con noi e gli ha chiesto se era intenzionato a portarmi a letto, perché in caso contrario lo avrebbe fatto lui. Non mi guardava nemmeno mentre lo diceva, e di certo non gli interessava la mia opinione in materia. Mi sono sentita mortificata.

Non fraintendetemi, ci sono stati anche incontri piacevoli: i proprietari delle casa particular erano sempre molto gentili. Uno parlava inglese, e quando ha scoperto che pure io lo parlo, ne ha approfittato per fare esercizio. Alcune guide erano talmente protettive che si offrivano di andare a dare una lezione a chi mi aveva imbrogliato. Un ragazzo carinissimo a Baracoa si è offerto di portare il mio zaino sino alla stazione, quando ha visto che ero piegata sotto il peso, e quando ho obiettato dicendo che non avevo niente da offrirgli in cambio, ha ribadito che non c’era nessun problema.

Ecco, in generale credo che Cuba sia un bellissimo Paese da visitare, ma è meglio andare ampiamente preparati per una cultura che è terribilmente diversa dalla nostra. Mi piacerebbe tornarci, con un bagaglio di esperienza di viaggi molto più ampio, per poter capire meglio la cultura e la gente e trovare quelle persone accoglienti e simpatiche di cui tutti sembrano parlare. Quello che mi limito a dire, per ora, è che come (aspirante) blogger e come lettrice, preferisco leggere di esperienze che sono veramente personali, in cui chi scrive sviscera le sue sensazioni ed è come se si volesse confidare con me, raccontando il meglio, invogliandomi a viaggiare, ma anche mettendomi in guardia contro le fregature. Mi dà fiducia. Ma tanti, troppi blogger preferiscono non farlo.

Io, con questo mio post, ho preferito raccontare la mia verità sui Cubani.

E voi, siete stati a Cuba? Come vi siete trovati?

 

Claudia Tavani

www.myadventuresacrosstheworld.com/

 

10 commenti su “Il momento della verità: amo Cuba, ma i Cubani…”

  1. Mai stata a Cuba. Io ho viaggiato poco e sempre e solo in Europa ma mi è capitato di smentire ciò che mi veniva raccontato da amici. Non so, tutti mi dicevano che i francesi son terribilmente antipatici e spocchiosi mentre io mi son trovata divinamente, o che gli inglesi son freddi, asciutti e scortesi, io invece ho incontrato persone veramente gentili, asciutte sì, ma molto gentili. Oppure mi avevano assicurato che in olanda la gente era gioviale e invece io non mi son trovata molto bene. Ovviamente son tutti discorsi “in linea di massima” perchè poi dipende da persona a persona, da esperienza di viaggio a esperienza di viaggio.

    • Esatto. Ma ultimamente ho trovato chi è disposto a sostenere le mie opinioni perché di disavventure ne ha vissute altrettante! Vedi gli altri post qui 😉

  2. Io sono stata a Cuba quest’anno, a Marzo. Per me è stata un’esperienza talmente bella ed emozionante che quando,al ritorno, siamo atterrati all’aeroporto di Roma e ho cominciato a chiamare parenti e amici, mentre raccontavo la mia avventura appena trascorsa piangevo, piangevo tanto, sicuramente perché essendo ancora nella stagione lavorativa dovevo ricominciare la solita vita; ma il fatto di non poter stare più con quelle persone, i cubani, così simpatiche e accoglienti mi spezzava il cuore. Abbiamo avuto sicuramente esperienze diverse dato che tu non ti sei trovata proprio “bene” con la popolazione cubana. È stato bello andare, di sera, a bere e a ballare insieme ai cubani nei piccoli “bar” all’aperto nelle stradine dell’ Havana; decidere all’improvviso, dopo una cena a Varadero, di prendere un taxi per andare a bere una “cerveza” al Calle 62 o visitare le bellezze di Trinadad e Matanzas. Ciò che raccontavo di più dopo il viaggio era proprio l’affetto e la simpatia dei cubani, per me ragione principale del mio essere affezionata a questo fantastico stato. Consiglio sempre a tutti di visitare Cuba almeno una volta nella vita, è una meta che non potrà sicuramente dispiacere. 😊
    Concludo col dirti che in alcune occasioni, comunque, anche secondo me i cubani (generalizzando, ovviamente) vogliono approfittare un po’ troppo del turista, pensando infatti che per permettersi un viaggio del genere debba per forza esser ricco.

    • Io mi domando perché ad alcuni vada benissimo e ad altri malissimo. A me è andata malissimo. Ho proprio faticato per non essere sempre fregata e alla fine ero diventata antipatica anche a me stessa, ma era l’unico modo che avevo per non essere spennata.

  3. Ciao 🙂
    É bello leggere anche post senza filtri…
    Mi è capitato di scriverne a mia volta ma con grande timore di non essere compresa.
    Purtroppo posso ben capire cosa hai provato perché mi é successa più o meno la stessa cosa a me in Marocco, solo che io non ero sola perché per come sono andate le cose sarei tornata a casa correndo.
    Onestamente non mi aspettavo che a Cuba potesse succedere di questo ma temo che il motivo è in parte colpa nostra.. Cioè per tanto tempo (e forse ancora oggi) Cuba e stata una destinazione molto legata al sesso e non solo da parte di uomini in crisi di mezza età ma anche da parte di donne.
    Il vero problema sta nel generalizzare, nel pensare che chiunque viaggia é ricco, che chiunque va a Cuba é in cerca di sesso e così via.

    Sono felice di aver letto questo articolo che ha un po’ ridimensionato le mie aspettative sui cubani almeno se riuscirò ad andarci e loro saranno tutti dolci e carini sarà solo una piacevole sorpresa!

    Danila

  4. Non sono mai stata a Cuba, i miei genitori ci andranno a fine mese e giustamente li ho preparati “al peggio”, essendo loro abituati all’Africa e essendo stati in Thailandia.
    Sono stata però in Russia. E ho notato un atteggiamento simile, anche se non così “pesante”. Turisti visti come portafogli ambulanti, poca disponibilità ad aiutare se non in cambio di qualcosa, visione della donna come oggetto sessuale (purtroppo amiche russe mi ha confermato che questo è un gravissimo problema, che poi spinge molte donne russe a emigrare alla ricerca di uomini migliori…e purtroppo sappiamo come finisce…).
    Dalla storia dei due paesi, posso dedurre che sia un atteggiamento derivante dal periodo comunista, però son speranzosa per il futuro..in Russia i giovani sono diversi (generalmente), più disponibili, educati e senza secondi fini. Mi auguro che anche per Cuba il futuro sia così…

    • Ciao Michela, il tuo punto di vista mi sembra molto interessante. Non sono mai stata in Russia anche se cerco di tenermi molto aggiornata su quello che accade lì, e hai ragione, per certi versi sembra che queste due realtà si assomiglino. E chissà, magari è colpa del comunismo. Però forse, allora, dovrebbe essere così anche in Cambogia; io non ci sono stata ma ho sentito esperienze molto positive e racconti su cambogiani molto accoglienti e generosi. Non so. Però la tua riflessione è un ottimo punto di partenza; bisognerebbe approfondire! Fammi poi sapere come si trovano i tuoi a Cuba, che sono curiosa. Ciao ciao e grazie per essere passata dal mio blog 🙂

      • Eccomi, dunque i miei non si son trovati male, ma devo dire che son partiti “preparati”. Hanno sì avuto incontri con personaggi come quelli raccontati qua, pronti a spennare il turista e ad approfittarsene in tutti i modi, ma li hanno evitati il più possibile, intrattenendosi e chiedendo informazioni ai comuni cubani intenti nelle attività quotidiane..ad esempio, a Varadero gli era stato suggerito un autobus turistico che con 5 CUC li avrebbe portati in giro per Varadero lasciandoli scendere e risalire nei vari punti turistici, ma loro hanno chiesto ad un gruppo di cubani intenti a giocare a domino (addentrandosi quindi nella zona dove c’erano le abitazioni cubane, alle spalle degli hotel) e questi han spiegato loro come muoversi con i guaguas, spendendo così un paio di pesos a tratta!
        Quindi credo che sia fondamentale informarsi prima di partire e articoli come questo aiutano a capire “come funzionano le cose” e a comportarsi di conseguenza, quindi grazie!!
        Per quanto riguarda la Cambogia, nemmeno io ci son stata, ma mi è stato detto che per quanto accoglienti e cordiali, sono comunque un po’ più “ruvidi” dei vicini thailandesi o vietnamiti ad esempio. Ma questo può essere dovuto anche alla loro cruenta storia recente…Ogni paese ovviamente ha la sua storia, e credo davvero che viaggiare consapevolmente ci dia davvero tanti spunti su cui riflettere anche per capire meglio il mondo che ci circonda…

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