Ho appena corso la Run 5.30 (5.30 km, alle 5:30 di mattina) a Milano e ora sono ferma sul divano tentando di capire chi sono e perché sono.
Cos’è la 5.30?
5,3 km non competitivi nel cuore della città alle 5.30 di un giorno lavorativo per promuovere un sano stile di vita attraverso il movimento, il cibo, la cultura, l’arte e l’esperienza, nel contesto in cui la gente vive e lavora. Tutto questo, con un evento sostenibile a impatto zero.
Perché l’ho corsa?
Ottima domanda. Non sono mai stata una persona mattiniera, amo alzarmi quando il mio corpo lo decide – ricordo una dormita record di 16 ore, ah, i bei tempi andati – ma ero curiosa di provare a fare questa corsa perché me ne avevano parlato bene e perché è stata ideata a Modena, quindi mi sembrava giusto dimostrare rispetto per la mia patria.
Mi sono svegliata non ho capito bene a che ora ma con un buio pesto, ho mangiato due fette biscottate con la marmellata di mirtilli e ho bevuto un caffè amaro in silenzio, mi sono messa in tasca una pastiglia Enervit di quelle da sciogliere in bocca durante la corsa, manco dovessi affrontare la maratona nel deserto, ho fatto partire la mia playlist di corsa Deezer e in silenzio, con impeto cadaverico, mi sono diretta al Parco Indro Montanelli, che non avevo mai visto in 2 anni che sono qui. Buongiorno Francesca.
Sono stata accolta dagli uccellini che cantavano e da un fiume rosa di runner sorridenti e un po’ troppo loquaci di prima mattina, per i miei gusti. Però, dai, meno male che non sono tutti musoni come me, perché grazie a loro l’atmosfera era bella.
La corsa è partita puntuale, il fiume di runner ha invaso la città che veniva piano piano illuminata dalle luci dell’alba e ha attraversato tutto il centro di Milano: via Moscova, Corso Venezia, Piazza San Babila, Piazza Duomo, Galleria Vittorio Emanuele,…
Ho provato una grande soddisfazione ogni volta che partiva un urlo collettivo, veramente energizzante, e ogni volta che incrociavo un taxi fermo e borbottante a uno stop, in attesa che passassimo noi runner. Tassisti, tiè!
La magia della città in silenzio è stata smorzata solo da un triste edicolante di Piazza Duomo che ha risposto male a uno spontaneo “buongiorno”: ah, Milano, quanto sono tristi e nervosi i tuoi abitanti. Che amarezza!
Essendo tutto tranne che una morning person ho iniziato a sentire la fatica già al 4 km. Così mi sono messa in bocca la mia pastiglina energizzante, come un vecchio con la caramella Rossana, e ho tirato dritto fino all’arrivo, dove era stato preparato un rinfresco con Estathè (che io amo), Kinder qualcosa e ciliegie di Vignola.
Sono forse l’unica modenese che non ama le ciliegie, quindi me ne sono tornata a casa presto per fare una bella colazione. Mi aspettano latte di riso e cocco e cereali, e dopo di quelli una lunga giornata.
Però, dai, ce l’ho fatta.
1 commento su “Run 5.30 a Milano”
I commenti sono chiusi.