Alcune sere fa sono andata a vedere lo spettacolo Dopo il silenzio, qui al Festival dei 2Mondi di Spoleto. Ho potuto riflettere e imparare qualcosa sulla lotta alla mafia: non avevo mai pensato alle insegnanti che, in molte regioni italiane, si fermano volontariamente a fare doposcuola senza essere pagate, per sottrarre bambini ad ore di contatto diretto con le cosche (alle quali appartengono i papà). Lo spettacolo con Sebastiano Lo Monaco e Mariangela D’Abbraccio parte da una di queste figure femminili, per poi arrivare a raccontare la figura del magistrato antimafia, e infine quella dell’uomo che cede alle false promesse mafiose per disperazione e per ignoranza.
Questa rappresentazione è molto diretta: i personaggi elencano esempi di vita vera e storie di grandi vittime della mafia, in una scena nuda. E’ un continuo ricordo e un continuo imparare, mentre l’avidità e la falsità della mafia si scontrano con la cultura dell’amore e dell’accoglienza.
Alcune delle persone simbolo della lotta alla mafia, raccontate dai personaggi, sono molto note, ma penso che contro la mafia sia necessario ricordarle ogni volta che se ne ha occasione.
Queste due donne in particolare, oltre a Falcone e Borsellino, sono due figure chiave che dovremmo tutti tenere sempre in mente:
- Serafina Battaglia, la prima donna che, nella Sicilia di Alcamo del 1962, sfida la mafia denunciando, con nomi e cognomi, i responsabili dell’uccisione del figlio e del marito. Sfonda il muro dell’omertà, accusa mandanti e esecutori e diventa testimone di molti processi chiave. Per approfondire consiglio questa testimonianza che la ritrae in video.
- Rosaria Costa Schifani, che a 22 anni perde il marito caposcorta di Falcone nella strage di Capaci, e al funerale delle vittime rivolge ai boss un attacco lucido e disperato, diventato famoso (è visibile qui).
Questo spettacolo è stato tratto dal libro ‘Liberi tutti‘, di Pietro Grasso, che dopo aver a lungo collaborato con Falcone e Borsellino e esserne stato amico personale è stato eletto da qualche mese Presidente del Senato Italiano. Spero di aver occasione di tornare a vedere ‘Dopo il silenzio’ in altri teatri italiani e spero che se ne parli tanto, perché, come recita una frase dello spettacolo,
il silenzio è mafia.
[Photo credits: Roberto Ferrantini]