Alla Triennale di Milano potrete trovare fino al 12 settembre 2016 la mostra sul nuovo artigianato coreano “Fare è Pensare è Fare”/”Making is thinking is making”, organizzata dal KCDF – Korea Craft & Design Foundation (emanazione del Ministero della Cultura, Sport e Turismo della Repubblica di Corea).
Ho avuto l’occasione di visitare questa mostra durante il vernissage e mi sono mescolata tra la folla di italiani, coreani e turisti stranieri per conoscere l’operato di 28 designer coreani contemporanei.
L’esposizione si snoda in un percorso di quasi 500 mq e esplora li tema dell’artigianato in quest’epoca di produzioni di massa partendo da una citazione tratta dal libro “L’Uomo Artigiano” (“The Craftsman”) del sociologo Richard Sennett, ovvero “Making is thinking” (letteralmente “fare è pensare”).
Dal prologo dedicato all’idea di artigianato come affinamento di una materia inizialmente rozza, si passa a 4 aree che indagano su diversi aspetti di questa arte: la conoscenza da trasmettere, la tradizione da tramandare, la collaborazione come dialogo e le nuove evoluzioni del design.
Gli oggetti in mostra condividono linee semplici e materiali naturali, e si mescolano in un’armonia tipicamente coreana. Includono oggetti, video e quadri. Su una parete fatta di lavagna nera si può anche lasciare il proprio contributo rispondendo con il gessetto bianco a una domanda sul processo creativo.
Tra le diverse sale si indaga sul fare e sul collaborare, e si pone l’accento sull’importanza di un archivio storico di conoscenze e materiali da tramandare e da rielaborare in quest’epoca dove tutto si consuma troppo in fretta. Chiude la mostra, infatti, una racconta di tessuti tradizionali coreani, scene e oggetti nascosti in ogni angolo della città di Seoul.
Da non perdere: i video sulla produzione degli stone pillow (cuscini che sembrano sassi), i vestiti tradizionali hanbok, e l’esaltazione delle musiche tradizionali arirang.