Enrico ci racconta la sua esperienza di volontariato con le tartarughe in Costa Rica:
Nel 2009 parto per il Centro America da solo, senza programmare niente, lasciando tutte le mie decisioni al caso, in balia degli incontri che farò, delle voglie che mi verranno e degli eventi che capiteranno.
E così, dopo tre giorni di surf al piccolo villaggio di Dominical sull’oceano Pacifico, decido di fare un po’ di volontariato con le tartarughe in Costa Rica, in un centro in cui un mio amico un paio di anni prima ha trascorso tutta un’estate, che dovrebbe distare un paio di ore di bus, ma che nessuno conosce e che su internet nemmeno c’è. Conosco solo il nome, ‘Rifugio di Vida Silvestre‘ e la zona, Punta Mala, che dista una mezz’ora da Jaco e che è uno dei centri per la salvaguardia delle tartarughe marine.
La mattina parto da Dominical, prendo un bus locale per Jaco e inizio a chiedere un po’ a tutti se conoscono il posto dove mi dovrò fermare, ma nessuno sa nulla, nemmeno l’autista. Poi una signora mi dice che forse ha sentito questo nome, mi fa scendere a un bivio con una strada sterrata e mi dice di percorrerla per un’oretta a piedi.
Io scendo, sperduto nel Costa Rica, senza nessuno a cui chiedere e senza nessuna traccia di indicazione; seguendo il mio intuito e l’unica informazione che ho avuto percorro la strada sterrata parallela all’oceano per chilometri e chilometri. Quando ormai sono rassegnato a tornare indietro, arrivo davanti a una casetta di legno mezza diroccata con un signore che sta tranquillamente dormendo sopra un’amaca.
Con timore lo sveglio e gli chiedo se il posto è il Rifugio di Vida Silvestre e se posso stare alcuni giorni con loro a fare un po’ di volontariato.
L’uomo mi guarda, mi squadra, mi chiede di dove sono e poi: Ah italiano, bienvenido! Todo el tiempo que quieres!
Così iniziamo a parlare, mi spiega come funziona il centro e cosa dovrò fare.
Offerta minima 10$ al giorno, inclusi vitto e alloggio, si dorme in uno stanzone al piano di sopra con il sacco a pelo su letti a castello e si mangia, colazione, pranzo e cena, tutti insieme nel porticato al piano di sotto.
La sera dopo le dieci si organizzano squadre per missioni di 3-4 ore sulla spiaggia per scovare le tartarughe che vengono a deporre le uova, si aspetta che le abbiano deposte e le si prendono. Di solito ogni sera si riescono a scovare una trentina di nidi e, considerando che ogni tartaruga depone dalle 70 alle 100 uova, si riescono a recuperare circa 2000 uova.
Ma non è molto semplice: per scovare le tartarughe e i nidi, in piena notte, si ha bisogno dei cani e dei guardaparchi armati di coltelli alla Rambo e fucile sempre carico per difendersi dai bracconieri che in questa zona sono, purtroppo, molto numerosi.
Una volta recuperate le uova, si torna al Rifugio e si va in un campo apposito fatto a scacchiera dove si mettono le uova in buche profonde 30-40 cm. In ogni buca si mettono circa 100 uova, poi le si ricoprono con la sabbia e con una gabbia metallica.
E si va a dormire.
La mattina, dopo aver fatto colazione, si torna al campo che sta dietro il Rifugio e nelle gabbie metalliche in cui erano state sotterrate 45 giorni prima le uova, ora ci si trovano una novantina di tartarughine per buca. Le si prendono tutte, circa un migliaio, le si mettono in alcune cassette, le si portano sulla spiaggia a 50 metri dall’oceano e le si lasciano libere. È una cosa ciclica, tutti i giorni è così.
Per tre giorni ho liberato con le mie mani migliaia di tartarughine: appena le lasciavo libere sulla spiaggia iniziavano a correre impazzite, a mille all’ora verso il mare, verso la libertà, verso la vita. Tra gli uccelli che se le mangiano nel piccolo tragitto prima di arrivare al mare, i pesci, i bracconieri e altri eventi naturali, solo una su cento supererà il primo mese e una su mille diventerà adulta.
E poi che si fa al Rifugio di Vida Silvestre, dalla mattina alla sera? Puoi fare ciò che vuoi: puoi leggere, scrivere, dormire, fare il bagno, fare escursioni e poi fare surf, POSSO FARE SURF?! , sì, puoi fare surf tutto il giorno e per di più usare due tavole che sono sempre a disposizione. La riserva è gestita da due costaricani, Carlos e Marco Vinicio, due personaggi da fumetto, sempre allegri, disponibili e molto caratteristici.
E così rimango quattro giorni in questo paradiso, facendo surf tutto il giorno con ragazzi e ragazze americane arrivate per fare volontariato con le tartarughe in Costa Rica, scovando e recuperando le uova la notte e liberando le tartarughe la mattina.
Poi un pomeriggio conosco dei ragazzi australiani che mi dicono che il giorno dopo andranno in Nicaragua con la macchina…e la mattina seguente saluto tutti e parto per una nuova avventura.
Allora, che ne pensate? Fareste anche voi a un’esperienza di volontariato con le tartarughe in Costa Rica?
Enrico – Mescalinablog
Bellissimo articolo! Siamo venuti a vivere in Costa Rica nel 2014 e questo paese meraviglioso ci ha dato tanto. Grazie a questo articolo siamo venuti a conoscenza del Rifugio di Vida Silvestre così ho pensato di citarvi in un articolo sul nostro blog: http://www.costaricanewtravel.com/salviamo-le-tartarughe-in-costa-rica/ – Bravi ragazzi, complimenti per il blog!
Ciao Gina! Grazie e complimenti a voi per la vostra scelta di vita 🙂 Salutatemi le tartarughe!
Ciao Enrico, è possibile avere maggiori informazioni sul rifugio in cui ti sei fermato a Punta Mala?
E’ un’esperienza che mi piacerebbe davvero fare!
Grazie mille in anticipo