Inaugura oggi a Milano alla Galleria Gracis la mostra sull’arte aborigena australiana Earth Wind and Fire. Il nome della mostra riporta subito alla mente lo stretto legame gli aborigeni e gli elementi naturali della loro terra; avendola vista, posso consigliarvela di cuore se siete amanti dell’Australia o di questa arte o se volete conoscere meglio il mondo degli aborigeni.
Earth Wind and Fire porta in Italia la tradizione millenaria degli indigeni australiani, che con i loro pattern geometrici distintivi tramutano in arte il territorio, gli elementi naturali nella loro vita e la storia della creazione del mondo – il Dreamtime.
L’arte aborigena e il Dreamtime
La tradizione artistica aborigena è vecchia di 50.000 anni, ma l’arte aborigena contemporanea è nata 40 anni fa, quando l’insegnante australiano Geoffrey Bardon è andato nelle comunità aborigene create dal governo e ha insegnato ad adulti e bambini a trasporre le tecniche tradizionali su supporti più moderni. Prima di quel momento questa arte era basata su tecniche effimere, perché si dipingeva su sabbia, sul corpo o su materiali deperibili. Bardon fece per prima cosa dipingere una grande parete e con grande stupore si rese subito conto del potenziale di questa tradizione artistica. Da lì c’è stato uno sviluppo costante e si è arrivati persino all’uso dell’acrilico e di colori vivaci.
Ma come si è arrivati ad esporre al pubblico simboli e rappresentazioni intime e private come quelle tipiche degli aborigeni? Questa svolta artistica ha desacralizzato le opere con questo metodo: l’artista rappresenta in ogni opera solo una piccola parte o un dettaglio del sogno, così questo non è interamente intelligibile da parte dello spettatore e il segreto della rappresentazione viene mantenuto.
La mostra
La mostra raccoglie 50 opere tra cui dipinti su tela, totem e sculture, ma anche dipinti su corteccia di eucalipto ricavata dai tronchi scavati dalle termiti e decorati con pigmenti naturali. Molte sono state create da artiste donne e racchiudono elementi femminili, quasi tutte includono il tipico puntinato dell’arte aborigena del centro Australia.
Gli artisti provengono tutti dalle zone dove la tradizione e la concentrazione di aborigeni è forte, cioè soprattutto dal Northern Territory. È qui che si trovano il Top End e Arnhem Land, culla di questa cultura dove sono visibili anche esempi di arte rupestre. Da qui arrivano le sculture sospese nel vuoto presenti nella mostra: spettacolari quelle a forma di pesce.
Uno dei dipinti che più mi è piaciuto è quello di un aborigeno che ha lavorato come pastore e ha rappresentato su tela il percorso delle mandrie, in una sorta di cartina geografica stilizzata disegnata con pigmenti naturali.
La natura è protagonista anche in altri sensi: un’artista ha colorato un’opera usando la terra presa dalla tomba della sorella, e molti quadri sono dipinti su corteccia di eucalipto stringybark, che quando umida viene staccata poi posata sul fuoco e lasciata riposare un giorno intero.
Tutti i soggetti richiamano il mondo naturale. Ci sono rappresentazioni di incendi nel bosco, di fiori, ferri di cavallo che simboleggiano le persone sedute in semicerchio a gambe incrociate e viste dall’alto. Mi è piaciuto molto anche quello che vedete nella foto qui sotto, che racchiude un tratto di costa con le onde del mare in basso e una foresta di mangrovie a separarle dalla sabbia disegnata nella parte superiore.
La Galleria Gracis si trova a Milano in Piazza Castello 16, a fianco del Castello Sforzesco. L’ingresso è libero.
La mostra è stata organizzata dalla Galleria Gracis in collaborazione con Tourism Australia e Tourism Northern Territory, con il patrocinio del Consolato Generale d’Australia in Italia. È stata curata in collaborazione con la galleria londinese JMT di Jennifer Guerrini Maraldi, esperta di arte aborigena contemporanea che si reca spesso in Australia per visitare i centri artistici delle comunità locali. JMT è membro del Codice di Arte Indigena, che promuove e tutela gli artisti aborigeni.
È aperta dal 14 novembre al 14 dicembre 2014, il lunedì dalle 15 alle 19 e da martedì a sabato dalle 10 alle 19.
I prezzi delle opere vanno dai 3.000€ in su.
Buongiorno, questo il comunicato sulla mia mostra “Dieci anni di studio e passione. Capolavori della collezione Isarte”
Aperta fino al 20 dicembre in Corso Garibaldi, 2 Milano
http://www.isarte.net
inmfo@isarte.net
La Galleria Isarte è felice di invitare gli amici, i collezionisti e gli amanti dell’Australia a festeggiare con una mostra-evento i primi dieci anni nel campo dell’arte aborigena australiana.
Nell’occasione si potranno ammirare per la prima volta alcuni capolavori della pittura aborigena contemporanea provenienti dalla collezione privata della Galleria. Verranno esposte al pubblico una serie di opere scelte, alcune di assoluto rilievo storico, selezionate nel corso della decennale attività di leader nel settore in Italia.
La collezione di Isarte Fine Aboriginal Paintings è il frutto di un’assidua passione per la pittura del popolo aborigeno e riflette la scelta di fondo che ha ispirato fin dall’inizio l’attività della Galleria: contrapporsi alla facile importazione di opere aborigene di qualità decorativa, basate perlopiù su sterili grafismi, nelle quali lo spirito originario del “bush” è andato irrimediabilmente perduto. Purtroppo non è raro che questi dipinti rechino la firma di artisti famosi e perciò la capacità di scegliere è determinante. Per scegliere occorre conoscere i luoghi e le persone, visitare le comunità indigene nei siti più remoti del deserto, studiare e comprendere per quanto possibile questi straordinari artisti e il modo in cui concepiscono la loro arte, così ricca di significato religioso e spirituale. Significa cioè approfondire una cultura millenaria, i miti e i simboli espressi nei suoi dipinti, che non possono essere trattati come piacevoli forme “astratte” o, peggio, come semplici oggetti d’arredo.
In occasione della mostra sarà presentato per la prima volta in Italia uno dei più importanti documenti storici dell’arte aborigena: si tratta di uno dei quadri eseguiti sulla veranda di Geoffrey Bardon nel novembre-dicembre del 1971 (John Tjakamarra, Man’s Corroboree, tecnica mista su tavola). Bardon è lo scopritore di questa pittura e – come egli stesso racconta e documenta attraverso fotografie – sulla veranda della sua casa di Papunya Tula furono realizzate alcune fra le primissime opere del movimento pittorico aborigeno. Si tratta, infatti, di uno dei ventiquattro dipinti pubblicati dallo stesso Bardon nel 1979 nel primo libro mai dedicato all’argomento.
Isarte è felice di offrire al pubblico, in esclusiva per questa mostra, una chicca non meno preziosa: una selezione di piccoli dipinti eseguiti da bambini aborigeni fra i sei e dodici anni della comunità di Yuendumu. I quadretti fanno parte di una collezione privata della Galleria che per la sua importanza storica e sociale nel 2009 è stata esposta nel Musée des confluences di Lione. Il pubblico sarà sorpreso nello scoprire che i bambini aborigeni possiedono naturalmente la stessa stupefacente creatività dei loro genitori!
grazie della segnalazione Isabella, farò il possibile per venire a vedere la mostra presto