I sogni segreti di Walter Mitty (e i miei)

Era il luglio 2002, avevo 19 anni e mi trovavo a Londra, nella casa di un benefattore britannico che aveva finanziato borse di studio per giovani italiani. Ero tra i vincitori di una di quelle borse e mi trovavo a pranzo da Mr. Killby, questo ultrasettantenne così generoso che voleva conoscere noi ragazzi davanti a un menù inglese homemade.

Ricordo di aver mangiato bene e di aver apprezzato tutto tranne l’English Trifle, sia perché proprio non sono una fan della gelatina, sia perché al momento del dessert il signor Killby ci chiese se avessimo idea di chi fosse il pittore di un quadro appeso a una parete della sala.
Il quadro era chiaramente in stile impressionista, me ne accorsi subito anche senza essere una grande appassionata di arte. Però aveva qualcosa di strano: non era il classico quadro di Monet o di Cézanne. Non so perché, mi intestardii sul nome ‘Vincent Van Gogh’. Nessuno rispose alla domanda e Mr. Killby disse:”È del periodo impressionista di un Van Gogh”.
Io me lo sentivo, ma non avevo detto niente. Fantasticai su come avrei potuto gioire del mio intuito se solo avessi pronunciato in tempo quelle 3 parole, ma…gioii solo nella mia testa, perché io in realtà non avevo aperto bocca.
Ecco, secondo me il film ‘I sogni segreti di Walter Mitty’ parla soprattutto di momenti come questo.
Un film sul viaggio…o no?
Il protagonista, Walter Mitty appunto, è una persona che si ritrova -troppo- spesso a perdersi nella fantasia, a pensare a scene che poi lui, nella realtà, non contribuisce a realizzare. È un film che all’inizio ritrae proprio questo tipo di persone, quelle che si trattengono o non si sentono abbastanza sicure per prendere posizione o fare delle scelte. Poi, come spesso accade anche nella vita, al protagonista si presenta l’occasione per cambiare il proprio modo di essere e lui, a sorpresa, la coglie.
Non voglio soffermarmi a lungo sulla trama per non svelare troppo a chi ancora non l’ha visto; dirò solo che nel film Walter Mitty è il responsabile dell’archivio negativi della rivista Life, che sogna ad occhi aperti di essere più avventuroso e brillante e si infatua di una collega che non ha il coraggio di invitare a uscire.
Un imprevisto sul lavoro e una grossa novità aziendale lo spingono a buttarsi in situazioni molto movimentate e lì la sua vita e il suo carattere iniziano a cambiare.
Non lo definirei un film sul viaggio, anche se si susseguono splendide vedute della Groenlandia o incredibili paesaggi dell’Islanda; direi che questo sia più che altro un film sui cambi di rotta e sul superamento dei limiti, sull’esplorazione del proprio io più che di territori sconosciuti.
Al di là della definizione che ne do io, consiglio questa pellicola a chi ama Ben Stiller, che qui recita e firma la regia con la stessa impronta di Tropic Thunder e Zoolander, e a chi è affascinato dalle innumerevoli opportunità imprevedibili che offre la vita. È un film molto piacevole da vedere, con una bella colonna sonora (tra gli altri: Arcade Fire) e una geniale introduzione dei titoli di testa, che mi ha ricordato Prova a prendermi.
I sogni segreti di Walter Mitty
Per vedere il film in viaggio: il formato Digital HD
Il film non l’ho visto al cinema, ma l’ho guardato su laptop in Digital HD, acquistandolo in questo formato dal sito chili.tv. La comodità di questo formato della 20th Century Fox Home Entertainment è che permette di scaricare anteprime sulle nuove uscite su più dispositivi (anche tablet e smartphone, perfetto quindi per quando si è in viaggio) e a un prezzo molto competitivo. Quindi lo si può vedere in treno o in aereo e con una definizione audio e video molto alta.
Da domani 10 aprile il film sarà disponibile anche in Dvd e Blu Ray; se lo guardate fatemi sapere cosa ne pensate e se anche voi, come me, avete vissuto nella vostra vita momenti alla Walter Mitty.