Una scoperta, quella di Via Roma a Reggio Emilia, interessante, sia dal punto di vista storico ma soprattutto umano. Una strada con una storia che risale agli antichi romani e che è arrivata fino ai giorni nostri, passando per diverse trasformazioni. Una giornata che è iniziata proprio con la storia e con i racconti dello storico Massimo Storchi, che ha accompagnato noi blogger, una “ciurma” curiosa e interessata, fra i vicoli e le case di Via Roma, raccontando aneddoti del passato e del presente.
Dal parco Santa Maria, un vero gioiellino situato alla fine di Vicolo Venezia, dove ha preso vita anche la mostra itinerante “Attraversamenti” che ha trasformato il vicolo in una serie di immagini raffiguranti animali investiti sulla Via Emilia (strada che è stata dichiarata grande tema dell’edizione di quest’anno del festival).
Il parco invece ti lascia un senso di tranquillità ma soprattutto pulizia e decoro e al centro di esso ti puoi immergere in un’altra mostra, quella di Claudio Amadei “Arrivano gli alieni”, dove l’autore ha coinvolto i luoghi di Reggio Emilia che si fondono con alcuni “alieni”, molto speciali. La mostra si trova dentro lo spazio Labart e vale la pena visitarla, sia per le splendide immagini ma anche per la simpatia e la grande umanità dell’artista.
Continuando il giro per la via si scoprono tante altre piccole mostre, basta varcare la soglia dei negozi, dalla curiosa ed originale “Darsi alla macchia” di Claudia Fabris, visitabile all’interno della lavanderia a gettoni con una serie di fotografie raffiguranti alcuni residenti e negozianti della via con la loro macchia preferita e “appese” ad una gruccia.
Ma la sensazione più bella la vivi varcando le porte, che sarebbero inaccessibili, di questi bei cortili interni, adesso tappezzati di fotografie, che ti riportano indietro nel tempo e ti fanno amare le nostre città emiliane, dove c’è sempre un cortile da scoprire e una storia da raccontare.
Una via, un insieme di storie che fa parte del “Popol Giost”, nome che accompagna la storia della via e che ritrovate anche nell’osteria di Piazza Scapinelli, adiacente a via Roma dove la storia popolare e la tradizione hanno ridato vita a queste parole, al “popolo giusto”. Un popolo che lo storico Antonio Canovi racconta comodamente seduto nel terrazzo di una delle abitazioni di Via Roma, dove chiunque può andare ad ascoltare le storie di Via Roma e dei suoi abitanti.
Mano a mano si scopre una via ricca di cultura e storia dove i residenti sono una parte attiva e presente e questo lo capisce parlando con le ragazze della Ghirba, organizzatrici, insieme ad Irene ed Elisa, di questo bel tour e promotrici del festival nella via, in programma gratuitamente fino al 15 maggio 2016. C’è grande fermento, voglia di fare e proporre e cercare di far capire, attraverso l’arte e la cultura, che solo con questi strumenti si può creare conoscenza e amicizia. A questi si aggiunge anche il buon cibo, grande collante di comunità e giovialità che alla Ghirba non manca soprattutto alla sera, quando cala il sole e puoi accompagnare un ottimo aperitivo con musica dal vivo in sottofondo.
Ecco, questa è via Roma, un luogo più vivo che mai dove è la gente a fare la differenza e di conseguenza anche le idee e la mentalità. Grande vitalità e voglia di stare assieme. Per tutto il resto ci pensa il festival Fotografia Europea 2016, che ha invaso i cortili delle case e le abitazioni, altro tassello importante che ti invoglia ancora di più a percorrere ed assaporare la via. Da cima a fondo.