Il Giardino di Ninfa, ovvero il regno delle fate

Al posto giusto al momento giusto. È questa la prima cosa che ho pensato quando ho deciso di partecipare ad una visita privata organizzata dalla community di Igers Latina e Visit Lazio al Giardino di Ninfa. È stato un vero e proprio colpo di fortuna: ho aperto Instagram proprio nel momento in cui veniva pubblicato l’invito, e ho prenotato subito il biglietto per la giornata in questa splendida oasi.

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Giardino di ninfa [Foto di Misa Urbano]
Il Giardino di Ninfa è stato creato nei primi anni ‘20 del Novecento grazie alla passione dei membri della famiglia Caetani, alcuni di loro provenienti da Inghilterra e Stati Uniti. Appena entrata ho avuto la sensazione di trovarmi dentro un bosco abitato dalle fate, e le ho immaginate prendersi cura con amore di ogni singolo fiore. Pensate che la bellezza di questo giardino ha fatto sì che la sua fama arrivasse anche all’estero; oltremanica ad esempio esiste l’International Friends of Ninfa, un’associazione che raccoglie amanti del giardino e che collabora con la Fondazione Roffredo Caetani per interventi di sostegno e manutenzione di questa oasi.

L’acqua, l’elemento chiave del Giardino di Ninfa

Avvicinandosi al giardino, è davvero difficile immaginare cosa di osserverà una volta dentro. Il paesaggio circostante infatti è completamente diverso: si passa dal carattere arido e roccioso dei Monti Lepini al verde fresco, rigoglioso e brillante del Giardino di Ninfa, ricchissimo di acqua.

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Giardino di Ninfa [Foto di Misa Urbano]
Le sorgenti della zona riforniscono tutto il territorio pontino, ed è proprio questa enorme disponibilità idrica a permettere agli alberi di alto fusto del Giardino di Ninfa di crescere addirittura al doppio della velocità di quelli delle zone circostanti.

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L’acqua e il clima particolare del giardino, protetto dai venti e dalle gelate invernali dalle montagne alle sue spalle, hanno creato un ambiente ideale anche per piante e fiori originari di Paesi molti lontani dal nostro, dal Messico all’Australia, dal Giappone al Canada.

La Pompei del Medioevo: natura e storia che si fondono

Avevo visto qualche foto su internet del Giardino di Ninfa, ma davvero non pensavo che mi sarei trovata in una “Pompei del Medioevo” ricoperta da fiori tropicali e piante di ogni tipo.

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La nostra guida ci ha spiegato che il Giardino di Ninfa è stato definito proprio così dagli studiosi, con la differenza che Ninfa non può essere scavata e non può dunque rivelarci tutti i suoi segreti.

Ninfa è eccezionale per il suo essere contemporaneamente rovina e giardino, e l’una non può esistere senza l’altro e viceversa

ha scritto Alessandro Viscogliosi, professore di Architettura della Sapienza di Roma. È questo l’aspetto che mi ha colpito di più. Osservando la crescita di ogni pianta, dentro e intorno alle rovine, davvero non si può dire chi sia più indispensabile alla vita dell’altra.

Informazioni utili per le visite al Giardino di Ninfa

Da quest’anno si può organizzare la propria visita prenotandola online, ed è una soluzione che mi sento di consigliarvi. Si scelgono giorno e fascia oraria e si paga comodamente con PayPal, evitando le code in biglietteria. Le visite durano un’ora, cominciano alle nove del mattino e l’ultimo ingresso è alle 17, da fine marzo a ottobre.
Il Giardino è percorribile anche da carrozzine e sedie a rotelle, bisogna solo prestare attenzione a radici sporgenti, sassi, rami bassi o altro intralcio. Sono ammessi i cani, purché di piccola taglia e condotti al guinzaglio. Le visite guidate al Giardino di Ninfa sono garantite anche in caso di pioggia.

Non solo Giardino di Ninfa: il Parco Pantanello

Se il Giardino di Ninfa è un’oasi naturale-artificiale nata dalla creatività dell’uomo, il Parco Naturale Pantanello, proprio adiacente al giardino, permette di conoscere l’ambiente originario delle paludi pontine prima della loro bonifica.
Il parco è perfetto anche per gli amanti del birdwatching, trovandosi proprio sulla traiettoria degli uccelli migratori. Putroppo Pantanello però è aperto al pubblico solo le domeniche tra ottobre e marzo (proprio al contrario di Ninfa), con visite di 2 ore e 30 condotte da una guida della Lega Italiana Protezione Uccelli. Anche in questo caso, la prenotazione è obbligatoria.